Proseguono le polemiche verso l'iniziativa del "bus per soli rom" che avrebbe voluto mettere in atto il comune di Borgaro, bloccata e accusata dall'Associazione 21 Luglio e da Sel di ricordare i provvedimenti del Sudafrica ai tempi dell'apartheid
L'assessore del Comune di Borgaro Luigi Spinelli, è ancora in odore di espulsione da Sel per aver sostenuto la proposta del sindaco Pd, Claudio Gambino, che nelle scorse settimane proponeva lo sdoppiamento della linea bus 69 per dividere i rom del campo di strada Aeroporto, dal resto della cittadinanza.
Tuttavia Spinelli tira dritto e difende così la sua scelta su La Stampa: «Questa provocazione forse troppo forte, chiamatela come volete, ha centrato perfettamente l’obiettivo. Il razzismo e l’apartheid, sono quanto di più lontano possano esserci dai miei ideali e dalla mia storia personale. Ma qui serviva una scossa. Se il sindaco non avesse fatto quella provocazione, non sarebbe cambiato nulla, come non è cambiato nulla negli ultimi 20 anni.
Certo non fa piacere sentirsi dare del razzista dai propri compagni di partito. Dal Pd, che al contrario del mio partito, ha fatto quadrato intorno al sindaco ben comprendendone le motivazioni e gli intenti, mi è perfino arrivata la disponibilità ad accogliermi». Nel frattempo ieri il primo girno di controlli fissi sulla linea 69, quella che doveva sdoppiarsi in due bus, uno per i cittadini che vanno e vengono da Borgaro (verrebbe da dire "ariani", o comunque, di serie A) l'altro solo per gli abitanti di etnia rom del campo, sono fioccate le multe. Per l'esattezza una dozzina a fine giornata. Dei verbali staccati dagli addetti alla clientela di Gtt nessuno sia intestato ad uno dei nomadi che abitano nel campo di strada dell'Aeroporto. Insomma, tutti italiani quelli che ieri sono stati trovati senza biglietto. E i rom che hanno aspettato il bus sulle due pensiline vicine al campo, rimesse a nuovo a tempo di record da Gtte rese soprattutto sicure, avevano il ticket: «Io non ho soldi, ma ho il biglietto», diceva ieri mattina una donna sulla cinquantina che poco dopo le 8 ha preso il pullman per andare a fare la spesa a Torino. Stessa scena dall'altra parte della strada, dove un signora era diretta a Borgaro: gli agenti di Gtt si sono avvicinati per farle presente che era necessario avere il biglietto per salire a bordo e lei lo ha prontamente tirato fuori dalla tasca. Di ragazzini e adolescenti, quelli che, stando alla denuncia di alcuni cittadini che ha fatto partire l'ambaradan, si sentirebbero i padroni del pullman e se ne infischiano degli altri passeggeri, non si è vista nemmeno l'ombra ieri mattina. Ad un certo punto è arrivato anche il sindaco di Borgaro, Claudio Gambino, autore della proposta choc, che lui stesso definisce «provocatoria», dopo un'estenuante assemblea con i residenti che usano il 69. «È ancora presto per dire cosa accadrà – dice – questa [del controllo massiccio] è una soluzione, sembra essere una risposta al problema. L'importanteè che sia duratura, non un'iniziativa spot». Misura che è stata presa in prefettura nella riunione del tavolo sulla sicurezza e l'ordine pubblico. «È un servizio che abbiamo messo in piedi – sottolinea Walter Ceresa, ad di Gtt – nell'interesse della clientela e per dimostrare che le regole si devono rispettare». A supporto dei controllori Gtt anche i vigili.