Sabato pomeriggio, dopo tre ore e mezza di discussione serrata in Regione con il presidente Claudio Burlando, il sindaco Marco Doria e i sindacati, il Comune per la prima volta ha dato la sua disponibilità a ritirare la disdetta dei contratti integrativi, mentre la Regione ha promesso di aumentare gli investimenti peri nuovi bus. Se questi impegni verranno confermati ufficialmente, si riapriranno le trattative e i sindacati a quel punto sono pronti a ritirare lo sciopero di mercoledì
«La condizione è il ritiro della disdetta – avverte il Camillo Costanzo, segretario della Filt-Cgil – a quel punto a fronte di un cronoprogramma e di argomenti definiti si può tornare a sedersi ad un tavolo e trattare». L'incontro di sabato, tenuto riservato fino all'ultimo, è maturato dopo che lunedì scorso Prefetto e questore avevano chiesto ai sindacati di soprassedere rispetto alle intenzioni già preannunciate di andare ad assediare il consiglio comunale di martedì. Pesavano gli incidenti della settimana precedente, quando nel corso della manifestazione erano stati danneggiati gli uffici della direzione in via Bobbio, e la tensione crescente nelle rimesse faceva temere problemi di ordine pubblico. Tutto per colpa della disdetta dei contratti integrativi dei dipendenti Amt, comunicataa sorpresa dall'azienda l'altra settimana e confermata ufficialmente dal Comune e dal sindaco Doria come unica possibilità per evitare il fallimento di Amt nel 2015, visto che per far quadrare i conti del bilancio dell'anno prossimo mancano grosso modo otto milioni di euro. Un disdetta che dovrebbe partire dal 2 febbraio del 2015, ma che se diventasse operativa significherebbe per i lavoratori tagli di 300 euro su un stipendio da 1400-1500 euro al mese.
«Per altro non è vero che l'azienda rischia il fallimento – obietta Costanzo – visto che Amt chiude i bilanci in utile e comunque è il Comune che ha dichiarato che nel 2015 ci mette solo più 30 milioni e non i 37 di quest'anno, e allora se riducono il contributo non si vede perché dovrebbero pagare i lavoratori, abbiano il coraggio di dire che non sono in grado di mantenere lo stesso livello di servizio e poi ognuno si prende le sue responsabilità. E non vale neanche scaricare le responsabilità sempre sulla Regione, perché se siamo in ritardo sull'Agenzia la colpaè anche del Comune».
Nell'ultima assemblea generale,i lavoratori hanno votato così all'unanimità la linea dura, non ci si siede al tavolo se non viene ritirata la disdetta, e su questo si è innestato il braccio di ferro con il Comune, che ha prodotto anche una dichiarazione di sciopero per mercoledì 25 novembre. Fallito il tentativo ufficiale di conciliazione in Prefettura, si è fatta strada l'idea di tentare di ricucire i rapporti tra istituzioni e rappresentanti dei lavoratori in una riunione piùo meno informale. Così di sabato pomeriggio, quando gli uffici regionali sono più o meno deserti, si sono incontrati nella sede di piazza De Ferrari il presidente Claudio Burlando, gli assessori regionali ai trasporti Enrico Vesco e alle infrastrutture Raffaella Paita, il sindaco Marco Doria, l'assessore comunale alla mobilità Anna Maria Dagnino e i sindacalisti delle categorie dei trasporti. Ci sono volute quasi quattro ore di confronto per trovare una via d'uscita, la novità messa sul tavolo dalla Regioneè stata la disponibilità ad anticipare i fondi per aumentare gli investimenti destinati all'acquisto di nuovi mezzi, così oltre ai cinquanta bus già promessi dovrebbero arrivarei finanziamenti per acquistarne altri settanta e permettere all'azienda di alleggerire i costi derivanti anche dai consumi alti e dai problemi di manutenzione sempre più pesanti su bus che hanno ormai un'età media molto alta. Sempre la Regione ha promesso di lavorare in tempi stretti sulle condizioni del bando di gara per il bacino unico del trasporto regionale. E dopo un passaggio in giunta, Doria dovrebbe procedere al ritiro della disdetta, che potrebbe così riaprire la strada alla trattativa. «Se la disdetta viene ritirata – dice Andrea Gatto, segretario della Faisa-Cisal – e a fronte di tempi e argomenti certi siamo disponibili a sederci di nuovo al tavolo della trattativa, sapendo comunque che alla fine si dovrà ragionare anche su una dotazione patrimoniale adeguata all'azienda, che le permetta non solo di sopravvivere ma anche di partecipare alla gara». A quel punto sindacati e istituzioni dovrebbero stilare un pre-accordo che permetta di ritirare lo sciopero di mercoledi.