Car sharing, la battaglia di Londra

Car sharing, la battaglia di Londra

A Londra, è noto, i servizi pubblici funzionano. E gli inglesi, è altrettanto noto, sono orgogliosi della propria auto, anche se l'industria locale da tempo è passata in mani straniere

I tedeschi di Bmw hanno annunciato di volere introdurre nella capitale del Regno Unito il proprio servizio di car sharing, chiamato Drive Now. Fin qui non ci sarebbe nulla di curioso, considerando che l'auto condivisa e pagata via smartphone con la stessa logica delle tariffe dei cellulari – il costo è per il tempo utilizzato – è un fenomeno mondiale in forte crescita.   La notizia è che Bmw sbarca a Londra sette mesi dopo che i rivali di Mercedes hanno dovuto cancellare il proprio servizio di car sharing, il car2Go, per mancanza di clienti.   Peter Schwarzenbauer, membro del board Bmw e boss dei servizi di mobilità del gruppo, ci aveva raccontato due mesi fa dell'espansione di DriveNow, 360.000 clienti nel mondo contro il milione di car2Go: il servizio è attivo in sei città in Germania, a san Francisco negli Stati Uniti, a Vienna quale prima città europea fuori dalla Germania, in vista di un «piano di allargamento ad altre 10-12 città in Europa», perché il «business c'è».   Così parte Londra, anche se con molta cautela vista la cattiva esperienza dei concorrenti: DriveNow opererà non nell'intera città, ma in tre sobborghi del nord. L'auto si potrà lasciare soltanto all'interno di quest'area. Una cautela tira l'altra: il servizio sarà svolto da un numero ridotto di auto e solo in parte dalla nuova elettrica di casa Bmw, la i3. A 30 vetture a batteria sono affiancate 210 Bmw Serie 1 e Mini Countryman alimentate con motori termici.   «All'inizio ci vuole una scala più piccola, per poi crescere passo dopo passo», spiega Schwarzenbauer zHz.Reu.ters. Il servizio di car2Go ha fatto flop a Londra anche per le difficoltà di parcheggio, che la Bmw pensa di superare trovando un accordo con le autorità comunali. Il punto è essenziale: se i clienti del car sharing andavano in crisi non trovando posto per una piccola Smart a due posti, come faranno con i modelli di DriveNow tutti da quattro metri in su? Ma se all'ombra del Big Ben l'affermazione del car sharing resta (ancoraper poco) una sfida fra i giganti del lusso tedesco, nel mondo l'auto condivisa continua a crescere. In America alcuni analisti calcolano che un'auto noleggiata con queste modalità tolga dalla strada 10 auto private. Forse ètroppo, ma la cosa funziona tanto che Dieter Zetsche, numero uno del gruppo Daimler (Mercedes-Smart), ha detto che car2Go sarà profittevole «entro il 2020».   Peccato però che le sue Smart elettriche siano utilizzate soltanto in tre città europee, le altre sono tradizionali. A Roma e Milano, la piccola a batteria si può avere non da un car sharing ma da un noleggiatore (Edifar Rent). A Londra, l'imprenditore francese Vincent Bollore ha promesso di portare oltre Manica nel 2016 un car sharing di sole 3.000 auto elettriche. Meno male

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