Area C, niente estensione fino al 2022: «Prima va inaugurata la linea lilla». Critiche dagli ecologisti Nel Piano della mobilità una vasta Zona a bassa emissione. Via a due mesi di consultazione pubblica
La realizzazione di una «Low emission zone» (Zona a bassa emissione) con 100 telecamere che proteggono i confini della città dall'assalto delle auto più inquinanti vietate dalla Regione. L'aumento di isole ambientali e Zone a 30 chilometri orari all'interno della Cerchia della 90-91 per ridurre al minimo gli incidenti stradali. Il prolungamento delle linee metropolitane oltre i confini comunali nell'ottica della grande Milano: la M2 da Cologno Nord a Brugherio e da Assago a Rozzano, la M3 da San Donato a San Donato est, la M5 da San Siro a Settimo e la M4 da San Cristoforo a Corsico-Buccinasco. La rimodulazione delle tariffe in base alle percorrenze, agli orari di punta e di morbida. Ma anche la decisione di non estendere Area C alla linea filoviaria fino a quando non sarà realizzata completamente la linea 4 del metrò, ossia nel 2022. Decisione che ha provocato la reazione dei firmatari del referendum ambientali e di esponenti del Pd. Se il piano triennale delle opere pubbliche è il libro dei sogni delle grandi opere in città, il piano urbano della mobilità sostenibile, portato dall'assessore Pierfrancesco Maran e approvato ieri dalla giunta, è l'equivalente per quanto riguarda traffico e trasporti: oltre due miliardi e mezzo di investimenti in dieci anni per ridisegnare la mobilità nell'area metropolitana. Accanto a opere futuribili e dubbie come la linea 6 del metrò da Certosa a Tibaldi ci sono però progetti e decisioni vicine nel tempo, oltre che la fotografia della situazione attuale: gli spostamenti sono 5 milioni al giorno. Il 45% sono di «scambio» tra Milano e i comuni esterni con una preponderanza dell'uso dell'auto (il 58%). Mentre in città il 57% degli spostamenti avviene con l'uso del mezzo pubblico, contro il 30% di chi preferisce l'auto. Se dovessero essere messi in atto tutti gli interventi previsti dal Pums, la situazione cambierebbe radicalmente: l'uso del mezzo pubblico passerebbe dal 57 al 63% nel 2024,l'uso dell'auto scenderebbe dal 30 al 23% e gli spostamenti in bici dal 5,7 al 7,1%,la riduzione del 25% del traffico nelle zone a velocità moderata, l'aumento della velocità del trasporto pubblico del 17%, il decremento della congestione da traffico dell'11% e la riduzione delle emissioni di gas serra del 27%. Da oggi scattano i 60 giorni per presentare le osservazioni e dopo altri due mesi il Pums passerà al vaglio del Consiglio comunale.