L'assessore Pierfrancesco Maran aveva sollecitato Atm a trovare un accordo antiscioperi Bruno Rota, presidente di Atm, ha presentato la piattaforma ai dipendenti Ferie di 15 giorni durante l'Expo, turni notturni e nei weekend. Ma i lavoratori sono contrari
«Fare soltanto 15 giorni di ferie durante il semestre maggio-ottobre. Possibilità di essere in servizio anche da mezzanotte alle 6 del mattino, anche il sabato e la domenica e nel mese di agosto. Disponibilità al lavoro straordinario, con cambio di mansioni e spostamenti tra depositi. Incremento del servizio di sicurezza. Modifiche sugli orari estivo/invernale». Sono queste le richieste che l'Atm ha presentato a macchinisti e tranvieri per assicurare il potenziamento del trasporto pubblico durante i mesi di Expo. Sono elencate in un volantino circolato due giorni fa tra i lavoratori. E che riassume il clima diffuso di «attesa pessimista». Perché il trasporto pubblico sarà la base per la buona riuscita dell'Expo. E la trattativa resta piena di incognite. Ieri il fronte sindacale compatto, dai confederali alla base, ha inviato una lettera a Comune e Atm in cui vengono chiariti tutti gli elementi sul tavolo. Primo: dato che i cambiamenti organizzativi sono profondi e di lunga durata, andranno necessariamente inquadrati in un accordo tra sindacati e azienda, una trattativa per la quale rimane ormai ben poco tempo.
Il tema delle risorse per pagare quei servizi è distribuito su due piani. Primo, lo straordinario: per il lavoro extra, pur se il governo ha messo a disposizione 35 milioni invece dei 52 necessari, il Comune colmerà la differenza. I sindacati riconoscono i meriti di Palazzo Marino: «Non possiamo che apprezzare lo sforzo straordinario compiuto per coprire le carenze di un governo sempre più distante dalle necessità della città». I problemi si concentrano però su un secondo piano, quello del servizio ordinario. Il Comune paga all'Atm una somma complessiva (sopra i 700 milioni) per il trasporto pubblico. Palazzo Marino incassa i trasferimenti dalla Regione e il ricavato di biglietti e abbonamenti. La Lombardia ha però tagliato i fondi (di 17 milioni) e il Comune si è ritrovato con un «buco», che sta cercando di alleggerire rivedendo alcuni parametri del contratto con Atm.
I sindacati riconoscono: «Siamo coscienti che le difficoltà del Comune sono conseguenti alle scelte sbagliate ed inique della Lombardia». Ma chiedono uno sforzo in più a Palazzo Marino: che «non può rassegnarsi». L'assessore comunale alla Mobilità, Pierfrancesco Maran, spiega: «Su questo i sindacati hanno ragione. Quei tagli pesano come un macigno su Expo. Ma quando parliamo con Maroni, sembra che quello dei trasporti sia esclusivamente un problema nostro, e non della Regione. Stiamo facendo il meglio possibile per chiudere un accordo positivo sia per i milanesi, sia per i lavoratori».
Se il bilancio dell'Atm dovesse andare in difficoltà, i dipendenti non prenderebbero il premio di risultato a fine anno, e così rischierebbero di «bruciare» buona parte degli straordinari incassati per il servizio Expo. E questo potrebbe bloccare la trattativa: «Senza un chiarimento sulle risorse – concludono i sindacati – non sarà possibile alcun accordo».