L’aria di Milano peggiora: superati i limiti Ue

L’aria di Milano peggiora: superati i limiti Ue

Allarme di Legambiente: «Il traffico rimane la prima causa di inquinamento in città» Smog Auto e moto originano il 56 per cento delle emissioni di polveri e il 67 di particolato

 L'aria della Lombardia peggiora, quella di Milano ancora di più. A certificarlo, le centraline dell'Arpa, l'Associazione regionale per la protezione dell'ambiente. Il capoluogo lombardo ha infatti superato ogni limite per quanto riguarda le polveri sottili, sia per la concentrazione media che per il numero di giorni all'anno (35) per i quali la Ue considera tollerabile il superamento della soglia di 50 microgrammi/mc. Con i dati rilevati due giorni fa dall'Arpa, Milano ha raggiunto il 36mo giorno di aria gravemente inquinata dall'inizio dell'anno con conseguente uscita dalla cosiddetta «zona franca» consentita dalla Ue». Risultato che arriva «dopo un 2014 che aveva alimentato qualche speranza di cambiamento», come denuncia Legambiente. «Ci si potrebbe consolare – proseguono gli ambientalisti – constatando che negli anni precedenti i superamenti si sono verificati anche più precocemente, sempre nel mese di febbraio, con la vistosa eccezione del 2014. Ma è una consolazione che non fa i conti con i dati climatici: infatti anche i primi due mesi del 2015 sono stati anomali e molto piovosi, con circa 200 mm di pioggia caduta a Milano, che corrisponde ad oltre il doppio della piovosità media storica del periodo. Quindi sicuramente anche in questo inizio di 2015 il clima ha mitigato gli effetti dell'inquinamento, essendo mancati quegli interminabili periodi di alta pressione e calma di venti che caratterizzano gli inverni milanesi, e concedendo qualche giorno di tregua in più rispetto alla media di inquinamento del decennio precedente». Brutte notizie per i polmoni dei lombardi, con i milanesi in prima linea. Prosegue Legambiente: «Il trend di miglioramento della qualità dell'aria procede ad un ritmo inaccettabilmente lento, e di questo passo i polmoni dei lombardi dovranno rassegnarsi ad inalare ancora per molti anni aria decisamente insalubre. Con chi prendersela? Con i caminetti, con gli allevamenti zootecnici, con il riscaldamento, con le fabbriche, con i diesel Euro 0?». Domande retoriche alle quali gli stessi ambientalisti danno delle risposte: «Sappiamo bene che l'inquinamento ha molte fonti, ma i dati sulle emissioni da traffico sono chiarissimi e non concedono scappatoie», dichiara Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia, ricordando che nelle aree urbane lombarde il 56% delle emissioni primarie di polveri e il 67% di quelle di NOx (il famigerato particolato, ndr ) derivano da traffico veicolare. La strada maestra è quella di ridurre il traffico nella regione più motorizzata d'Europa: in Lombardia con 246 autovetture per kmq, siamo al doppio dell'intensità di motorizzazione di Germania e Regno Unito, e ad oltre 4 volte quella della Francia. Se non si lavora per invertire questa anomalia, migliorando il trasporto pubblico per ridurre il ricorso all'auto di proprietà, e puntando sulla logistica ferroviaria per il trasporto merci, gli obiettivi di risanamento dell'aria resteranno irraggiungibili», conclude Damiano Di Simine.

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