Moovit, l’app del trasporto pubblico locale – con oltre un milione di utilizzatori in Italia – ha la sua forza nella sua vasta e partecipativa community
Moovit si espande in fretta: l’app gratuita per smartphone, leader del trasporto pubblico in oltre 500 città del mondo, aggiunge città in continuazione al sul database. Dopo cinque mesi di sperimentazione condotta tra 2.500 utilizzatori, in Italia l’app è al primo posto per copertura delle città, più di Google Maps, e ha programmato uno speciale in 35 lingue per il Carnevale di Venezia con le informazioni su tutti i vaporetti, ordinari e speciali. Se utilizzate quotidianamente i trasporti pubblici e non avete ancora provato quest’app dovete correre ai ripari, o meglio, sullo Store a scaricarla. Moovit rivoluziona il viaggio sui mezzi di trasporto pubblico rendendolo più semplice e più veloce. Disponibile gratuitamente in 35 lingue per iOS, Android e Windows Phone, Moovit è nella top 5 delle app più scaricate di tutte e tre le piattaforme per la propria categoria; dà informazioni su autobus, tram, metropolitane, treni urbani, funivie e linee marittime che, unite a quelle fornite in tempo reale dalla community, evitano agli utilizzatori lunghe e inutili attese. Il suo funzionamento è semplice perché combina i dati provenienti dalle aziende e dagli operatori del Tpl con quelli forniti direttamente dalla community di utilizzatori, garantendo a chi viaggia un’istantanea precisa e puntuale dello spostamento e suggerendo i percorsi più veloci e comodi in base alla destinazione desiderata. Le informazioni condivise in tempo reale dai viaggiatori offrono a tutta la community una migliore pianificazione del viaggio, stime più precise sui tempi di attesa e un’ottimizzazione dei tempi di percorrenza. Grazie alla funzione modalità viaggio, una volta saliti sul mezzo pubblico gli utenti che si collegano alla app possono fornire in forma anonima al resto della community dati sulla puntualità del mezzo utilizzato, sui livelli di congestione, la pulizia della carrozza, la presenza di aria condizionata, connessione wifi e altro ancora. Come applicazione leader nel settore dei trasporti pubblici, Moovit offre agli utenti tutti i vantaggi di una comunità internazionale. Circa un mese fa Moovit – società con sede a Tel Aviv e San Francisco e 62 dipendenti in tutto il mondo – ha annunciato di aver ottenuto 50 milioni di dollari, finalizzato a espandersi ulteriormente sul mercato italiano e nei mercati chiave, portando a un pubblico più vasto il servizio offerto dalla sua community. L’Italia, infatti, è il quarto paese al mondo per numero di utilizzatori dell’app, preceduta solo da Stati Uniti, Brasile e Israele. Prima in Europa (davanti a Germania, Francia, Inghilterra e Spagna), con una copertura attuale di 25 città italiane e 1,2 milioni di utilizzatori, l’Italia rappresenta un mercato chiave per l’azienda, che negli ultimi sei mesi ha aperto la sua sede internazionale marketing a San Francisco e raddoppiato il numero di utenti. Ma qual è la differenza tra Moovit e le altre app per il trasporto pubblico? Moovit è un vero progetto di cooperazione basato sulla condivisione, più persone lo usano, più precisi sono i dati forniti in tempo reale a tutti gli utenti. “Il punto di forza della nostra app è sicuramente l’esperienza dell’utente e la community” ci tiene a ribadire Alex Torres, VP Global Product Marketing di Moovit, che abbiamo incontrato qualche giorno fa a Milano. “È avere una community attiva che ti permette di poter offrire notizie aggiornate su quello che succede nella rete dei trasporti pubblici locali. Per esempio, siamo l’unica app ad avere una linea degli autobus a Milano – la 46 – che tutte le altre app inclusa l’app ufficiale non hanno. Perché la nostra comunità è molto ricettiva. È stata aggiunta la linea e la sera stessa era all’interno dell’applicazione. Per noi la nostra community è necessaria e fondamentale. Copriamo circa 500 città in tutto il mondo, ma gli impiegati attuali non sarebbero in grado di gestire da soli tutte queste informazioni. Il trasporto pubblico non è come il traffico, le variabili in gioco e gli imprevisti da considerare sul proprio percorso sono molti.” Alex Torres, VP Global Product Marketing di Moovit, e Nir Erez, CEO e Co-founder di Moovit L’applicazione è completamente gratuita per tutti gli utenti, e lo sarà sempre, dicono. È gratuita anche per le amministrazioni e aziende di trasporto pubblico che decidono di aderire al progetto fornendo i dati sui servizi erogati. E allora sorge spontanea una domanda: qual è il loro business plan? “Il nostro primo obiettivo è quello di diventare la app numero uno a livello globale per il trasporto pubblico locale in questo momento, poi ci sono altri progetti a lungo corso. Il secondo obiettivo poi sarà quello di strutturarci, dovremo diventare più consistenti e questo lo faremo ascoltando il feedback che ci darà la nostra community, i nostri utenti. Per la monetizzazione ancora non abbiamo pensato a una soluzione precisa, per noi l’importante è offrire l’esperienza migliore per l’utente finale, e questo può significare qualsiasi tipologia di monetizzazione, non solo pubblicità contestuale come fanno molte altre app. Per esempio potrebbe essere offrire dei servizi come la possibilità di pagare il biglietto dell’autobus, o prenotare un treno. Certamente la monetizzazione avverrà in maniera naturale, una volta che conosceremo meglio i nostri utenti e riusciremo a lanciare l’app in altri Paesi. Questa è una grande sfida per noi come per tutte le app simili. La nostra app è sì globale, ma deve essere localizzata Paese per Paese, non solo con i dati dei trasporti pubblici locali e la lingua, ma anche con l’aspetto dell’interfaccia. Siamo presenti in moltissimi Paesi, ma ancora non abbiamo lanciato in Giappone, in India e in altri Paesi, quindi ci sono tante possibilità. Oppure penetrare ancora in quei paesi in cui siamo già presenti, come nel caso dell’Italia, della Spagna, della Francia. Noi vogliamo essere prudenti e avere due o tre obiettivi, portarli a termine al meglio, e poi pensare nel dettaglio a come monetizzare”. Tra i vostri finanziatori c’è BMW, mentre Ford propone il car sharing in Germania. Cosa ne pensi di questo interesse delle case automobilistiche? “In questo momento stiamo lavorando sul trasporto pubblico locale. Ma c’è anche l’opportunità del privato, e in questo settore lavoreremo con BMW, vogliamo offrire ai nostri utenti tutte le alternative possibili. Per esempio i taxi: Moovit si potrebbe integrare con le app già esistenti che utilizzano i taxi. A livello strategico ci sono tante possibilità, e questa è la nostra idea di sviluppo nei prossimi due o tre anni. Creare un’interconnessione. Un esempio. Sono le 5 del mattino e devo andare in aeroporto dal centro città: visto che in molti Paesi alle 5 del mattino i mezzi pubblici non sono ancora attivi, devo rivolgermi al privato. La nostra idea è che all’interno di Moovit puoi organizzarti l’intero viaggio con mezzi diversi per raggiungere qualsiasi destinazione. Una parola che viene spesso nominata in questi casi è multimodale, o come la chiama BMW intermodale. Offrire tute le diverse possibilità in un’unica app”. 15 milioni di utenti oggi, 7mila a luglio, una crescita esponenziale in soli sei mesi: cosa è successo? “Il nostro obiettivo è di penetrare il più possibile nei mercati esistenti. L’Italia è cresciuta in tre o quattro mesi in maniera spaventosa. È stato il Paese dove la crescita è stata più veloce. Negli ultimi 6 mesi sono state lanciate 16 nuove città, e si è passati da appena un anno da 300mila utenti a 1 milione 800mila utenti. Tutto questo grazie alla collaborazione delle agenzie locali. E la stessa cosa è successa in Spagna, in Brasile. E ci sono ancora tanti altre Paesi da coprire, come dicevamo all’inizio”. L’Italia è prima in Europa come numero di utenti, quarta al mondo. È semplicemente un mercato ricettivo per le tecnologie social, o la causa è l’inefficienza dei trasporti unita alla voglia di semplificare la vita a sé e agli altri? “Una ricerca fatta lo scorso autunno evidenzia che i pendolari della capitale perdono nell’attesa del mezzo pubblico quasi un terzo (il 32%) del tempo totale di percorrenza (32 minuti su 102 totali), quelli del capoluogo lombardo il 25% (19 minuti sui 74 totali). A Milano, contrariamente a quanto si possa pensare, il tempo di attesa è uno dei più bassi d’Europa”, sottolinea intervenendo nella conversazione Samuel Sed Piazza, Country Manager per l’Italia di Moovit. “A Roma gli utenti vogliono sapere quando passa l’autobus, il problema invece dei milanesi è non sapere come arrivare a destinazione, non sanno quali mezzi utilizzare. Dall’altro lato se prendi i dati di tutti i top social media l’Italia è nella classifica dei primi cinque Paesi. Questo per la propensione degli italiani a condividere i loro pensieri e aiutare gli altri”. Alex, 9 anni passati in Google, hai seguito diversi progetti e hai creato il primo Google Local Community Management team sostenuto da Marissa Mayer: che cosa ti porti da questa esperienza? “Sono stato molto fortunato perché ho vissuto in Giappone, in Irlanda, Spagna, Italia, Argentina, Brasile, Stati Uniti e questo tipo di esperienza mi ha aiutato a capire le diverse mentalità, le diverse impostazioni degli utenti che in questi paesi può cambiare in maniera notevole. Questo mi ha fatto capire che l’aspetto culturale è fondamentale, e ho imparato come contribuire e gestire la comunicazione con loro, e soprattutto a mettermi nei loro panni. Per esempio, in Giappone, la qualità è la questione più importante, non puoi lanciare un prodotto se non è passato per un quality testing serio, la perfezione è fondamentale”. Segreti e consigli per far crescere una community a livello locale? “Quando si parla di comunità locale, non si percepisce bene la differenza tra community manager e social media manager. Il community manager generalmente non è un cheerleader, ma una persona che organizza eventi per una decina di persone, gli influencer, in modo da poter presentare il tuo prodotto in un modo diverso. Tutto ciò che viene dal digital Marketing o l’online marketing ti aiuta a definire target e obiettivi, ma ciò non significa che riuscirai ad arrivare a determinate persone, a determinate comunità locali. Chi ti dice, per esempio, che una persona che sta lavorando a Taranto riuscirai a raggiungerla attraverso Facebook o Twitter? Quando lavoravo per Google Local facevamo tra 10 e 20 incontri al mese, con dieci o venti persone in ufficio davanti a un caffè o a un pranzo, e loro diventavano i nostri power user. Poi questi power user parlano con altri, e altri ancora e alla fine si riusciva a raggiungere la massa, e a costruire la comunità, perché hai i tuoi ambasciatori, gli ambasciatori del tuo marchio, a costo minimo”.