Contestati i reati di truffa e abuso d'ufficio

“Illeciti per la Metro C” L’assessore Improta indagato con Incalza

“Illeciti per la Metro C” L’assessore Improta indagato con Incalza

L'ex sottosegretario alle Infrastrutture con Monti sarebbe nel mirino della procura per la gestione degli appalti, lo rivela Repubblica.it. Negli ultimi mesi è stato sentito anche dalla Corte dei conti nell'inchiesta sull'atto attuativo

Truffa aggravata e abuso d'ufficio. Sarebbero questi i reati contestati a Guido Improta, assessore capitolino alla Mobilità, nell'ambito dell'inchiesta sulla costruzione della terza linea del metrò. Secondo l'accusa, avrebbe avuto un ruolo determinante nell'atto attuativo firmato da Roma Metropolitane (stazione appaltante) e Consorzio Metro C (general contractor) per chiudere il contenzioso pendente.   Lo stesso sospetto che nutre anche la Procura della Corte dei Conti, che negli ultimi mesi ha più volte ascoltato Improta proprio sull'accordo siglato nel settembre 2013, che ha fatto schizzare da 230 a 320 i milioni di euro dovuti ai costruttori.   Sebbene il suo nome appaiaa più riprese negli incartamenti che compongono il fascicolo, ad oggi non è stato comunque ancora diramato alcun invito a dedurre (il corrispettivo in sede contabile di un avviso di garanzia) ai presunti responsabili di uno sperpero di denaro pubblico che vale circa 90 milioni di euro.   A mettere un freno all'inchiesta del pool di magistrati coordinati dal procuratore regionale Raffaele De Dominicis è infatti arrivato l'arresto di Ercole Incalza disposto dalla procura della Repubblica di Firenze. La Corte dei conti era pronta a chiudere la fase istruttoria, magari dopo aver sentito l'ex capostruttura di missione del ministero delle Infrastrutture.
Una possibilità che, con il super manager pubblico dietro le sbarre, appare sempre più di difficile percorrenza. La chiusura delle indagini in sede contabile e l'esatta quantificazione del danno patito dall'erario potrebbe allora slittare a fine 2015.
Non solo l'arresto di Incalza, che nell'inchiesta toscana viene intercettato mentre mette a disposizione delle fiamme gialle del II gruppo di Ostia atti e incartamenti su Metro C.   A rallentare il lavoro della procura della Corte dei conti c'è anche la mole di documenti recuperati dalla stessa finanza in mesi di indagini. Per tutta l'estate, anche a costo di saltare le ferie, i militari a disposizione del colonnello Teodoro Gallone hanno passatoa setaccio faldoni su faldoni relativi alla terza linea della metropolitana. Le stesse carte al vaglio, negli uffici di piazzale Clodio, del procuratore aggiunto Francesco Caporale e del sostituto Erminio Amelio.
Tornando alla Corte dei conti, resta sempre aperto il fascicolo sui ritardi nell'ultimazione della linea B1 della metropolitana su cui è al lavoro il colonnello Cosimo Di Gesù, comandante del nucleo di polizia tributaria. Iniziano ad arrivare anche le prime controdeduzioni sul fascicolo curato in prima persona dal procuratore regionale, che ha quantificato in 363 milioni di euro i maggiori costi per la realizzazione della tratta Pantano-Centocelle.   I difensori dei 21 indagati, dirigenti di Roma Metropolitane e del consorzio Metro C, hanno cominciato a rispondere formalmente alle contestazioni della procura: dall'accusa di «manipolazioni contabili»a quella di aver redatto 45 «costosissime varianti di progetti». Quando gli avvocati avranno concluso le loro repliche, la procura inizierà a stilare l'atto di citazione definitivo.   da Repubblica.it

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