L'approfondimento di Today evidenzia come grazie all'utilizzo alternato di più mezzi si potrebbe rinunciare all’auto. Nonostante il successo di car sharing, car pooling e bike sharing la meta rimane lontana perchè la possibilità di usare più di un mezzo di trasporto per muoversi necessita di punti di scambio efficienti e garantiti“
Mobilità combinata: ecco a che punto siamo
„ L'incremento del traffico cittadino e tutti i problemi legati agli spostamenti e alla tutela dell'ambiente, hanno fatto sì che negli ultimi anni, anche nel nostro Paese. si imponesse il tema della mobilità sostenibile. I servizi di car pooling (condivisione di auto private tra gruppi di persone con la stessa destinazione, allo scopo di risparmiare) e car sharing (servizio di auto su prenotazione) hanno riscosso un notevole successo. Anche il bike sharing, particolarmente affermato in città come Parigi, Barcellona e Londra, è sbarcato in Italia. Queste innovazioni hanno migliorato la situazione, ma il problema principale rimane. Sarebbe necessario un ulteriore passo avanti e una risposta decisiva potrebbe essere fornita dallo sviluppo della “mobilità combinata”, ossia l’integrazione, basata sulla continuità, di diversi sistemi di trasporto. Più precisamente, si tratta di offrire ai cittadini la possibilità di usare più di un mezzo di trasporto per muoversi, fornendo però dei punti di scambio che siano efficienti e garantiti che non li costringano a ripiegare sull’auto privata. Un pendolare che potrebbe (e vorrebbe) prendere il treno per andare a lavoro, se non trovasse parcheggi per l’auto o la bicicletta in prossimità della stazione che gli consentano di cambiare mezzo di trasporto rapidamente, sarebbe obbligato a usare l’auto tutte le mattine, contribuendo quindi a incrementare il traffico veicolare e l’inquinamento. Alcune grandi aziende stanno già cercando di attuare iniziative in questo senso. Ferrovie dello Stato, ad esempio, ha realizzato una convenzione con il servizio di car sharing Enjoy. I titolari di Cartafreccia iscritti a Enjoy hanno quindi la possibilità di ottenere delle agevolazioni e degli sconti sui noleggi delle auto, almeno fino al 30 giugno 2015. A Milano, la vasta rete di stazioni di scambio fornita da BikeMi ha permesso ai cittadini milanesi di fare ampio uso del nuovo servizio, alternandolo ai mezzi di trasporto pubblico. Infine, il Comune di Roma promuove presso alcune aziende iniziative per una mobilità sostenibile, collaborando anche con le università La Sapienza e Roma Tre, le quali hanno realizzato studi sugli spostamenti casa-università dei propri studenti e dipendenti. Piccoli passi verso l’integrazione dei mezzi di trasporto, ma la strada è ancora lunga per arrivare a quei vantaggi che una mobilità combinata realmente sviluppata porterebbe sul territorio, dal miglioramento della qualità dell’aria, alla riduzione del traffico all’avvicinamento delle periferie al centro delle città. Certo siamo ancora lontani dall’obbiettivo, sono moltissimi i cittadini che fanno fatica ad abbandonare l’automobile, e le ragioni di ciò non si possono attribuire soltanto alla scarsa voglia di cambiare abitudini radicate. L'uso della bicicletta per esempio viene scoraggiato dalla carenza di piste ciclabili e dell’organizzazione stessa delle strade, che spesso lo rende rischioso. I servizi di bike sharing di rado hanno una diffusione capillare. Solitamente i parcheggi in cui è possibile affittare e lasciare le bici sono situati unicamente in zone centrali costringendo chi vive in aree più periferiche a utilizzare l’auto. Il medesimo problema si manifesta in zone che non vengono raggiunte dai mezzi pubblici. Le stesse stazioni dei treni, della metropolitana e di car e bike sharing spesso sono distanti dai parcheggi per auto o biciclette, e a volte questi ultimi non sono proprio presenti. Tutto questo rende difficoltoso il passaggio a sistemi di trasporto più sostenibili di cui i cittadini approfitterebbero volentieri, come testimonia il successo che riscuotono questi questi servizi quando vengono attivati. “
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