“Il Gruppo FS-Trenitalia, quindi un’azienda pubblica, utilizza procedure di assunzione assolutamente sconosciute ed in alcuni casi anche prive di logica”. Questo il duro attacco del Segretario generale della Fit-Cisl
“Il Gruppo FS-Trenitalia, quindi un’azienda pubblica, utilizza procedure di assunzione assolutamente sconosciute ed in alcuni casi anche prive di logica”. Questo il duro attacco del Segretario generale della Fit-Cisl Toscana, Stefano Boni, in una lettera aperta ai vertici del gruppo ferroviario italiano con cui chiede chiarimenti sulle selezioni avviate nella nostra regione per l’assunzione di dipendenti con la qualifica di personale di bordo-Capotreno. Provvedimenti che rientrano nel piano nazionale, che prevede l’assunzione di 128 addetti come ‘personale di bordo’ (6 in Toscana) e 115 come operai (10 in Toscana). Boni racconta che la Fit ha ricevuto una segnalazione da una persona che ha riferito di essere stata invitata per e-mail dall’ufficio selezione di Trenitalia a presentarsi il 26 marzo scorso al Palazzo dei Congressi a Firenze, per una prima selezione scritta. Le persone chiamate, secondo quanto risulta alla Fit, sarebbero state una cinquantina. Da qui le domande che Boni rivolge ai vertici di FS: “Perché si sono chiamate circa 50 persone alla selezione e con quali criteri sono state individuate ? Il numero di personale da assumere ufficialmente è di 6 unità, perché allora circola nell’ambito degli esaminatori la voce che il numero sia 10/12 e non tutte con la qualifica di capo treno? Da dove sono state prese le 5 persone assunte all’inizio dell’anno con qualifica di capo treno, senza che prima del 26 marzo o perlomeno non recentemente, siano state fatte selezioni ?” “Ci sembra –aggiunge Boni- una procedura alquanto anomala per una società del Gruppo FS. Fermo restando che la Fit-Cisl è contenta delle assunzioni che vengono fatte, ci interessa mettere in evidenza che siamo di fronte ad una azienda pubblica che utilizza i soldi dei contribuenti italiani e le procedure di assunzione sono assolutamente sconosciute ed a prima vista in alcuni casi anche prive di logica.” Boni sollecita quindi a che “nelle società del Gruppo FS vengano seguiti protocolli conosciuti, nel rispetto degli accordi sottoscritti, come quello del novembre del 2009, in modo che tutti sappiano come poter accedere alle selezioni e se uno non viene selezionato, gli si spieghi il motivo.” “Avere procedure conosciute fa bene a tutti, anche al Gruppo FS e al Paese –conclude il segretario Fit-. C’è bisogno di chiarezza e trasparenza, lo stanno chiedendo i cittadini italiani; il Gruppo FS e le sue società non possono venire meno.”