Il lunedì di #ugualmentemobili 

Il diritto alla mobilità ha bisogno di traduzioni concrete

Il diritto alla mobilità ha bisogno di traduzioni concrete

«Cosa fa la Regione Veneto per favorire il diritto alla mobilità di tutti i suoi cittadini? A che punto siamo con il trasporto regionale e con quello locale? E da parte nostra, cosa possiamo e dobbiamo fare?»: se lo chiedono i componenti del Gruppo di Lavoro Accessibilità e Mobilità della FISH Veneto, che propongono per il 18 aprile un incontro seminariale, allo scopo di dare il via a una riflessione seria, «perché il diritto alla mobilità ha bisogno di traduzioni concrete e di città diverse»

«Convegni a tutto spiano sulle barriere, sul turismo accessibile, sui percorsi in montagna, il tutto all’insegna di un unico slogan: basta con le barriere! A prima vista sembra un contrattacco in piena regola su tutti i fronti, da quello della disabilità fisica a quello della disabilità sensoriale, una vera e propria “sollevazione popolare” destinata a mietere successi e a farla finita con le barriere, una volta per tutte. Poi, però, ti accorgi che non è proprio così».
Lo scrivono Enrico Agosti, Giuseppe Marinò, Dario Ceroni e Christian Tosato, componenti del Gruppo di Lavoro Accessibilità e Mobilità della FISH Veneto (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap). «Basta sfogliare una rassegna stampa quotidiana – continuano –  dove balzano subito in evidenza i casi personali di madri che protestano, di ascensori che non funzionano, di gradini che impediscono l’accesso a edifici pubblici e privati, di stazioni ferroviarie senza servizi, di persone con disabilità letteralmente “cacciate” da bar e alberghi».   «A che punto siamo – è la domanda della Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap – con il trasporto regionale e con quello locale? Cosa fa la Regione per favorire il diritto alla mobilità di tutti i suoi cittadini? Cos’è stato realizzato finora nelle città capoluogo del Veneto e nei piccoli Comuni? A che punto siamo con i PEBA, i Piani per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche, prescritti da una Legge Nazionale di quasi trent’anni fa [Legge 41/86, articolo 32, comma 21 e comma 22, N.d.R.]? Come agisce e cosa propone il gruppo di lavoro sulle barriere istituito dalla Giunta Regionale? E da parte nostra, cosa possiamo e dobbiamo fare?».    
A quest’ultimo quesito i rappresentanti della FISH Veneto forniscono già una prima risposta, che coincide con un chiaro progetto di lavoro: «Come Federazione, vogliamo dare vita a una riflessione seria, senza slogan e chiacchiere inutili, perché il diritto alla mobilità ha bisogno di traduzioni concrete e di città diverse.   Sappiamo, per citare un esempio, che l’Assessore alla Mobilità del Comune di Vicenza ha dichiarato che gli Uffici Tecnici sono demotivati e che i Comuni non sono disposti a spendere per i corsi di aggiornamento, ma è proprio così? E di cosa hanno davvero bisogno i Comuni?».   «I concetti di accessibilità e di mobilità – concludono dalla Federazione veneta, allargando ulteriormente i concetti espressi – sono strettamente legati all’autonomia e all’integrazione delle persone con disabilità. Da anni si legifera in merito all’abbattimento delle barriere architettoniche, al punto che l’Italia risulta il Paese europeo più regolamentato in tale materia e allo stesso tempo il Paese dove meno vengono rispettate le Leggi.   La battaglia per il rispetto dei diritti ha bisogno di consapevolezza e di azioni incisive. Le semplificazioni, i facili slogan, le mozioni sul commissariamento dei Comuni che non hanno predisposto un PEBA lasciano il tempo che trovano. Per tutto questo, intendiamo ragionare sul da farsi il 18 aprile a Padova».

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