Rafforzare la 'cultura ciclabile' in Emilia-Romagna, con fondi per le piste, interventi sulle aree urbane per arrivare all'approvazione della prima legge regionale sulla mobilità ciclo-pedonali. Sono gli obiettivi del protocollo d'intesa firmato dall'assessore ai trasporti della Regione Raffaele Donini e dalle principali associazioni del settore. Fra gli obiettivi anche l'estensione del limite di velocità di 30 km/h nelle aree urbane
Rafforzamento della mobilità ciclopedonale e della “cultura ciclabile”, anche attraverso la formazione, l’informazione e l’utilizzo di sistemi tecnologici intelligenti. Più accessibilità ai percorsi ciclopedonali, in un’ottica di miglioramento complessivo della vivibilità e con un’attenzione particolare alle fasce più deboli. Sistemi di tariffazione integrata che operino in sinergia con i servizi di bike sharing, a partire da quelli dislocati nei luoghi di interscambio ferro-gomma, come le stazioni. Sono alcuni degli obiettivi del nuovo protocollo d’intesa per lo sviluppo della mobilità ciclopedonale in Emilia-Romagna, siglato dalla Regione con le principali associazioni di settore (Fiab, Legambiente, Uisp Comitato regionale, Wwf) e – novità rispetto al precedente protocollo del 2009 – anche Anci e Upi. Un “patto” che impegna i firmatari a tutta una serie di azioni e interventi per il triennio 2015-2017, tra cui la redazione di una legge regionale sulla mobilità ciclopedonale e l’impiego da parte della Regione di circa 8 milioni del Por Fesr 2014-2020 per la promozione, lo sviluppo e l’incentivazione degli spostamenti in bici, a piedi e per la moderazione del traffico.