La decisione di dare le dimissioni è stata presa – spiega una nota – «in seguito al provvedimento cautelare che lo ha raggiunto». Norberto Achille è stato per 17 anni presidente di Ferrovie Nord Milano, società ferroviaria quotata in Piazza Affari e controllata al 57,57% dalla Regione Lombardia, al 14,7% dalle Fs e e al 3,74% dal Gruppo Gavio. La rappresentanza della società è ora in capo al vice presidente, Luigi Cardinetti
Le accuse di peculato e truffa aggravata hanno portato Norberto Achille, da 17 anni alla guida di Ferrovie Nord Milano, alla scelta di dimettersi "con sofferenza".
La società ha ribadito la correttezza dei propri bilanci e sottolinea di aver dato mandato già da tempo a un avvocato penalista affinché tuteli, anche giudizialmente, i propri interessi.
Achille percepiva uno stipendio annuo lordo di 275 mila euro e molti benefit, ma le accuse non contestano prioritariamente la scelta di macchine di grossa cilindrata o le ingenti spese per autisti, e neppure la carta di credito aziendale.
Secondo le accuse contestategli, rese note in un comunicato del Comando Provinciale dei Carabinieri, nel periodo 2008-2014 il presidente del Cda di Ferrovie Nord Milano Achille Norberto avrebbe acquistato con fondi della società beni di natura personale che vanno da abbonamenti alla pay tv a capi d'abbigliamento fino a materiale elettronico, utilizzando gli stessi fondi anche per pagare scommesse sportive e conti di pranzi e cene non legati dalla sua attività lavorativa, per un totale di 110mila euro.
A questa somma vanno aggiunti i 125mila euro spesi per aver ceduto alla moglie e a un figlio due schede telefoniche intestate alla società.
Norberto Achille avrebbe anche impiegato la sua carta di credito aziendale per circa 22mila euro di spese personali, e avrebbe ceduto in uso esclusivo a uno figlio due automobili aziendali noleggiate per il costo di circa 220mila euro.
Con tali auto il figlio di Norberto avrebbe maturato circa 125mila euro di multe varie, sempre pagate dalla società. Il danno totale causato alle Ferrovie Nord Milano, secondo gli inquirenti, è di 600mila euro.
L'ordinanza che ha ordinato a Norberto Achille l'interdizione dal pubblico ufficio per sei mesi,dipinge un quadro di “sperpero generalizzato”, un danno quantificato dal pm Giovanni Polizzi in 600 mila euro.
Il gip Sofia Fioretta descrive la famiglia Achille – con Norberto anche il fratello Nicola e il figlio Marco – come “famelica, incapace di limitare le smanie di una irrefrenabile bulimia di potere”.
Un comportamento di cui Norberto Achille aveva coscienza, visto che dalle intercettazioni emerge la preoccupazione di dire al figlio Marco di usare con parsimonia la Bmw 5 perché "stiamo proprio sfidando la fortuna sotto tutti i punti di vista".
Oppure se affronta il tema delle multe stradali non pagate (e messe in conto all'azienda, per 125 mila euro) per infrazioni commesse proprio dalla Bmw 5 "in uso esclusivo a Marco Achille" dicendo al figlio di "non andare in giro con quella macchina lì, adesso se ci beccano facciamo proprio il botto, capisci?".
«Le intercettazioni sembrano ricondurre le disinvolte prassi di spesa soprattutto ai comportamenti dei figli e alla mancata forza del padre di porvi argine», scrive infatti Luigi Ferrarella su Il Corriere della Sera . «Il manager», spiega il suo avvocato Gianluca Maris, «aveva iniziato a restituire il denaro: era stato lui stesso a chiedere il rapporto che aveva evidenziato i conti fuori controllo, concordando con l'azienda i rimborsi delle spese ingiustificate».
Dall'indagine emergono pranzi e cene in ristoranti di lusso, tutti messi in conto "spese di rappresentanza" alle Ferrovie Nord Milano. Meta preferita è la Versilia, soprattutto Forte dei Marmi, per cui risultano spese al Gilda (110 euro) o al Bistrot (262 euro), così come alla Trattoria San Martino di Pietrasanta (170 euro) o al Twiga (ben 900 euro). Norberto Achille è accusato infine di aver pagato anche la pay tv al figlio, compresi svariati video porno, con i fondi aziendali.
Ferrovie Nord comunica che anche il presidente del collegio sindacale, Carlo Alberto Belloni, è stato raggiunto da un avviso di garanzia. Anche Belloni, comunica l’azienda, ha rassegnato le dimissioni.
Il presidente del collegio sindacale della società Carlo Alberto Belloni, per l'omissione di controllo e le condotte atte a nascondere le sottrazioni di beni di Norberto, è indagato per tentato favoreggiamento.