Con un atto unilaterale firmato dal direttore del Personale venerdì scorso (il giorno dell'ennesimo sciopero di autisti e macchinisti) l'azienda ha portato l'orario settimanale da 37 a 39 ore, esclusi solo i conducenti, obbligato tutti i dipendenti a timbrare il cartellino con un nuovo badge elettronico anti-furbetti e soprattutto ha cancellato in un colpo solo tutti gli accordi sindacali siglati dal 1962 a oggi
Una mannaia che ha azzerato i salari accessori per tutti gli 11.696 dipendenti della municipalizzata dei trasporti. Una serie di bonus distribuiti in automatico ai lavoratori e che ora invece saranno agganciati al merito e alla produttività, così come è già avvenuto per i 24 dipendenti comunali. Il ragionamento che fanno in Atac è questo: «Fino a oggi le indennità extra sono state elargite come se fossero parti fisse dello stipendio. Oggi invece si trasformano in premi per i lavoratori». Il nuovo sistema prevede quindi indennità agganciate a un lavoro «effettivamente svolto e quantificato», senza essere più distribuite «a pioggia», come è avvenuto finora.
Con le nuove norme cambierà anche l'orario di lavoro: il monte ore settimanale passa per tutti da 37 a 39 ore, fatta eccezione per autisti dei bus e macchinisti della metro (circa 5.500 addetti dei quasi 12mila totali) che continueranno a lavorare 37 ore. Anche per loro però c'è una novità: l'azienda infatti ha chiesto ai conducenti della metro di aumentare le «ore effettive di guida» e di portarle a quota 950 all'anno. Troppo poche le 736 che sono state lavorate nel 2014, considerando che gli autisti di Napoli ne lavorano 850 e i colleghi di Milano addirittura 1.200. Ovviamente a parità di retribuzione. Numeri che non cambiano per gli autisti dei bus: a Roma guidano 32 ore contro le 36 di Milano.
Per controllare la presenza in servizio dei dipendenti poi, per la prima, volta tutti i lavoratori saranno obbligati a timbrare il cartellino con un nuovo badge elettronico. Compresi i macchinisti, a cui fino a oggi bastava una firma su un foglio di carta. Uno strumento troppo facilmente alterabile, secondo l'azienda, rispetto ai supporti informatici che entreranno in vigore.
La rivoluzione partirà il 1 agosto per i macchinisti della metro e il 1 ottobre per tutti gli altri. I sindacati però sono pronti a fare le barricate, sventolando il timore che «le retribuzioni possano essere tagliate di quasi un terzo». «Se l'azienda non ritorna sui suoi passi, fermiamo tutto», avverte Fulvio Ventura del Fast. «Non ci possono chiedere di lavorare di più, con meno soldi». Più di un macchinista, a microfoni spenti, minaccia: «Così al Giubileo si blocca tutto. Gli straordinari non li fa nessuno». L'azienda però tira dritto e garantisce che il nuovo sistema di premi «permetterà a tutti di mantenere gli stessi livelli in busta paga». E soprattutto «renderà sempre più efficiente il servizio per i cittadini». Un esempio? Tra gli amministrativi e i bigliettai, che hanno già sperimentato le nuove norme sui salari accessori, le assenze sono diminuite rispettivamente del 37% e del 49%. Quasi dimezzate.