La battaglia per i diritti dei viaggiatori e per un tpl accessibile anche per disabili temporanei e permanentei si combatte in tutta Italia, nelle piccole realtà locali come nelle grandi città, e coinvolge province, comuni e vari enti pubblici. Da Roma, dove in autunno la linea A avrà finalmente una stazione in più utilizzabile anche da chi ha difficoltà motorie, ai comuni di La Spezia, Aprilia o la Provincia di Barletta-Adria-Trani, che nonostante tutto riescono ancora a stanziare fondi per trasporti per tutti i tipi di viaggiatori
Interventi decisi nelle stazioni ferroviarie “per migliorare vivibilità, decoro, accessibilità, sicurezza informazioni ai viaggiatori e compatibilità ambientale”. Ma in generale anche iniziative per il trasporto pubblico locale per lo sviluppo di un sistema di trasporto sempre più sostenibile e integrato, potenziamenti infrastrutturali e tecnologici per le grandi occasioni come l’Expo di Milano, e un “forte impegno societario per il tpl”. Sono alcuni degli obiettivi messi nero su bianco da RFI, Rete Ferroviaria Italiana, nella nuova edizione della Carta dei Servizi del Gestore dell’infrastruttura ferroviaria nazionale. Un documento che, con il Piano Industriale 2014-17 dell’azienda, promette impegno sul trasporto pubblico locale a favore dei viaggiatori e di tutti coloro che entrano in contatto con il network ferroviario e anche e soprattutto per le persone con disabilità e a ridotta mobilità. Viaggiatori come tutti, ma forse un poco più importanti di tutti gli altri. Se l’ambito trasporto e disabilità rappresenta una delle sei macro aree che individuano attività e i servizi di RFI nel documento del primo gestore nazionale (circolazione dei treni, sicurezza e efficienza della rete; sostenibilità delle attività e dei servizi; collegamento e scambio con altre modalità di trasporto; vivibilità, accessibilità e comfort delle stazioni; informazione al pubblico e – appunto – “servizi per le persone con disabilità e a ridotta mobilità”), la battaglia per i diritti dei viaggiatori in realtà si combatte in tutta Italia, nelle piccole realtà locali come nelle grandi città, e coinvolge province, comuni e vari enti pubblici per fortuna anche con casi virtuosi. Nello Spezzino, ad esempio, in Liguria è stato firmato sul tema un protocollo di intesa tra l'azienda del Tpl (l’Atc), la Provincia e le associazioni organizzate a tutela di utenti affetti da disabilità motoria, uditiva e visiva. Una firma che impegna l'azienda “a vigilare affinché i mezzi pubblici siano sempre più amici dei disabili”: “una delle mission fondamentali del nuovo corso Atc – specificano i promotori dell’iniziativa – al parti di punti quali il rispetto per l'ambiente, l'informatizzazione, l'efficientamento e l'ammodernamento”. E che soprattutto – oltre che a mettere in rete istituzioni e associazioni, che avranno un filo diretto per segnalare eventuali disfunzioni e suggerire dove apportare opportune migliorie – impegnerà innanzitutto l'azienda a installare sui nuovi autobus sistemi fonici per l'annuncio vocale di linea e destinazione, sistemi luminosi di indicazione di linea e destinazione, pulsantiere per la richiesta di fermata ben visibili e raggiungibili da tutti e in braille, posti riservati a utenti con ridotta capacità motoria indicati con pittogramma e pedane per l'accesso di carrozzine. Dall’altra parte dell’Italia, invece, la Provincia di Barletta – Andria – Trani ha stanziato un contributo complessivo pari a 127.500 euro, per far fronte alle esigenze di 85 studenti diversamente abili che hanno richiesto il servizio di trasporto scolastico. Un’attività che viene gestita congiuntamente tra la Provincia ed i comuni, con la prima che mette a disposizione le risorse economiche in proporzione alle richieste pervenute ed i Comuni che, a loro volta, erogano le prestazioni di trasporto casa-scuola e ritorno degli alunni, nel rispetto degli standard qualitativi ed organizzativi individuati. “Il trasporto pubblico scolastico per gli studenti diversamente abili che frequentano le nostre scuole è il vero e proprio fiore all’occhiello di questa Provincia – ha affermato il Presidente della Provincia di Barletta – Andria – Trani Francesco Spina – e nonostante i tagli nei trasferimenti statali, che vedono il nostro bilancio sostanzialmente dimezzato rispetto al passato, siamo riusciti a dare continuità all’impegno finanziario assunto dalla precedente amministrazione; il servizio è stato erogato fino alla termine dell’anno scolastico, riuscendo peraltro a soddisfare tutte le richieste pervenute ed alleviando in parte una situazione di disagio per le famiglie”. A proposito di amministrazioni che resistono, da segnalare c’è anche il Comune di Aprilia, che ha prorogato i contratti per il trasporto pubblico locale per il 2015 (facendosi carico anche del taglio dei fondi effettuato dalla Regione Lazio, ovvero l’11% dell’intero costo) e approvato la gara di appalto per il servizio di Trasporto Scolastico e dei diversamente abili, con contratto della durata di sei anni e un impegno di spesa annuo di circa un milione e 475 mila euro (il servizio sarà affidato ad una ditta esterna e ridurre la spesa pubblica). “È stata una scelta obbligata per non tagliare il trasporto pubblico locale – ha detto il sindaco Antonio Terra – Tagliare ulteriormente i costi avrebbe significato ridurre le possibilità dei cittadini di spostarsi con mezzi pubblici”. E passi avanti si fanno anche a Roma, dove entro ottobre dovrebbe essere resa accessibile anche ai disabili la stazione della metropolitana Flaminio, sulla linea A. I lavori, iniziati alla fine del 2014, prevedono l’installazione di un impianto di traslazione per il trasbordo in banchina delle persone diversamente abili o con difficoltà motorie. In un quadro di lento ammodernamento del settore, sulla scia dei paesi europei che sul fronte della mobilità sostenibile anche per diversamente abili sono ben più avanti della realtà italiana, vanno segnalati così anche i casi – drammatici e positivi allo stesso tempo – come quello riportato nei giorni scorsi dal Corriere della Calabria, che ha raccontato di un'intera classe che si è trovata costretta a rinunciare alla gita scolastica in segno di solidarietà per il compagno disabile che non poteva salire sul bus. La storia arriva da Trenta, in provincia di Cosenza, e ha per protagonisti gli alunni della quinta elementare dell'Istituto comprensivo di Rovito. Il pullman non era dotato della pedana mobile che avrebbe permesso di far salire a bordo il ragazzo in carrozzina, Gabriele, 10 anni. E così tutti gli altri compagni di classe hanno deciso di sospendere la gita. “Prima di puntare sulle Grandi Opere e su Grandi Eventi – è il messaggio arrivato dalla scuola che ha fatto il Giro d’Italia con la notizia – forse è il caso ci si adoperi per garantire a tutti i cittadini disabili i servizi necessari per muoversi”. Matteo Macor – @matteomacor