“Una cosa è chiedere un contratto collettivo che non venga rinnovato ogni dieci anni senza dover aspettare la Corte costituzionale, un’altra è timbrare il cartellino e poi non lavorare come il contratto impone. Chi non rispetta le regole non sta protestando ma sta facendo un atto di sabotaggio, di spregio verso il bene pubblico. Con loro si deve essere molto duri, nessuna timidezza”
La pensa in questi termini il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio che, intervistato domenica dal ‘Corriere della Sera’, invita ad adottare un altro punto di vista nella valutazione di quello che sta succedendo in questi giorni a Roma e a Pompei: “Possono sembrare molto diversi fra loro. Ma hanno anche qualcosa che le mette sullo stesso piano, sono beni comuni, appartengono alla collettività. E quindi credo sia giusto far rientrare la fruizione dei beni culturali tra i servizi pubblici essenziali”. In questa prospettiva lo sciopero selvaggio diventa inammissibile, anche se Delrio non ritiene opportuno un intervento diretto del governo su questa delicata materia: “Lo sciopero è un diritto tutelato dalla Costituzione e quindi credo sia meglio evitare un intervento diretto del governo. In Parlamento ci sono già diverse proposte di legge, come quella dei senatori Maurizio Sacconi e Pietro Ichino, ad esempio, e c’è anche una proposta di iniziativa popolare”. Proposte in cui si ammette lo sciopero solo se proclamato dal 50% piu’ uno dei lavoratori e per Delrio si deve partire da qui, come anche “sono convinto- dice- che il referendum preventivo fra i lavoratori sia una buona idea”. Quanto al disastro di Atac e al degrado di Roma che finisce sul New York Times per due giorni di fila, Delrio salva il sindaco Marino: “Non ho elementi per dire se ha responsabilità ed eventualmente quali. Ricordo però che Atac è in condizioni drammatiche da diversi anni. Il problema non è certo nato con Marino”. L’ipotesi della privatizzazione di Atac non gli dispiace: “Rispetto l’ autonomia- sottolinea- nel caso specifico sarà il Comune di Roma a decidere. Ma in generale sono favorevole. Quello del trasporto pubblico locale è un settore a basso rendimento, con i bus e i tram non si fanno i soldi. Fare entrare aziende che si occupano anche di altri servizi, magari più redditizi, può essere d’ aiuto. Ci saranno incentivi nella riforma sul trasporto pubblico che- conclude Delrio- spero di presentare prima della pausa estiva”.