L'idea della partnership economica piace all'azienda. Che invita il governatore ad aprire subito il bando: il provvedimento deve passare necessariamente attraverso una gara pubblica aperta a tutti i gestori
Trenitalia non sbatte la porta in faccia al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, che attraverso Repubblica aveva lanciato la sua proposta per consentire al Frecciarossa Bari-Milano di arrivare fino in Salento: «Ci dicono che a impedire la partenza del treno da Lecce è un problema di convenienza economica — ha spiegato il governatore — allora siamo disposti a coprire noi il costo del prolungamento della corsa fino a Lecce». L’idea è piaciuta a Trenitalia che l’ha accolta con entusiasmo: “Va benissimo, la Regione faccia la gara e noi parteciperemo volentieri”. Quando mancano 15 giorni alle prime corse della coppia di Frecciarossa che dal 20 settembre copriranno la tratta Bari-Milano in poco più di sei ore, immettendosi sull’alta velocità nel tratto Bologna-Milano, lo strappo con le Ferrovie dello Stato potrebbe ricucirsi. A fare arrabbiare cittadini e istituzioni sono state soprattutto le parole dell’amministratore delegato di Fs, il pugliese Michele Elia. Per spiegare il motivo per cui il Salento viene tagliato fuori dall’alta velocità, l’ad ha detto: “Non ci conviene”. Una ragione puramente commerciale che non tiene conto del fatto che alla Puglia, dal 2008, sono stati tolti tutti i convogli Pininfarina sulle tratte Lecce-Milano e Taranto-Milano. Per concretizzare l’idea di Emiliano serve però una gara pubblica alla quale possano partecipare anche altri gestori. “Aspettiamo di vedere il bando”, fanno sapere da Trenitalia. Se però a vincere fosse un altro, il problema sorgerebbe. E riguarderebbe proprio il risparmio di circa un’ora e un quarto sull’intera tratta. Gli utenti del servizio dovrebbero scendere a Bari dal Frecciarossa e prendere un altro treno fino a Lecce. Questo, in teoria. Perché in pratica è Rfi a concedere le ‘tracce’, cioè gli orari in cui si possono occupare i binari. E a essere agevolata, in questo meccanismo, dovrebbe essere proprio Trenitalia. Al fianco di Emiliano c’è anche l’ex ministro salentino Raffaele Fitto. "Da Matteo Renzi, sabato prossimo in Fiera — dice il leader dei Conservatori e riformisti — ci aspettiamo una risposta chiara che superi l’atavico binomio antieconomicità-Sud”. Va "bene la battaglia”, commenta Matteo Colamussi, presidente di Asstra Puglia, l’associazione del trasporto pubblico locale. Ma «il mio invito a Emiliano è quello di farsi consegnare lo studio di Trenitalia” sul break even (punto di pareggio di un investimento), al “fine di valutare i reali costi e benefici”. E soprattutto “chieda il piano di esercizio”. I contratti di servizio tra Trenitalia e la Regione Puglia scadranno il prossimo dicembre. E l’occasione di un primo faccia a faccia tra Emiliano ed Elia potrebbe essere venerdì prossimo, 11 settembre, con l’arrivo per la prima volta nel Tacco d’Italia dell’Etr1000 intitolato al campione barlettano Pietro Mennea. E chissà se anche una coppia di questi treni ‘dieci anni’ più moderni del Frecciarossa potranno essere un giorno al servizio dei pugliesi. Emiliano dice “facciamo un passo alla volta”, ma le operazioni per portare l’Adriatica a 200 chilometri l’ora sono già in corso, con la correzione di curve, la sostituzione delle vecchie traverse e una moderna segnaletica. Il Mennea, dunque, non sarebbe sprecato. Non toccherebbe i suoi 360 chilometri orari, ma sarebbe molto meglio dei 130-140 ai quali si è costretti a viaggiare oggi.