Tra le richieste delle associazioni il prolungamento del treno Micotra che trasporta le bici da Udine a Villaco sino a Trieste
Esempio virtuoso di riconversione, la Stazione di Chiusaforte, oggi ristoro cicloturistico, un tempo fermata ferroviaria, diventa protagonista del cicloturismo regionale: ieri ha ospitato un evento dedicato all'intermodalità, durante il quale Federico Zadnich, coordinatore della Fiab regionale, ha presentato un documento che porta il nome della stazione, la Carta di Chiusaforte. Alla presenza di personalità pubbliche che si occupano di cicloturismo, tra le quali spicca il nome dell'assessore regionale alle Infrastrutture Mariagrazia Santoro, il network "In sella al treno" ha presentato richieste e proposte, poi discusse in un costruttivo confronto tra operatori del settore, associazioni e cicloamatori: occasione per fare il punto della situazione, affrontare i nodi più critici e scambiarsi buoni propositi per il futuro, in primis quello di fare rete. Dieci i punti della Carta, scritta dai partner del progetto "In sella al treno" Fiab, Fuc, Uisp, Ciclo Assi Friuli e Legambiente e sottoscritta da chi vi ha aderito: Bikeways, Tourism_net.fvg, il Comitato Pendolari Alto Friuli, l'associazione Alpi Friulane e i numerosi presenti a Chiusaforte. La Carta inizia richiamando l'attenzione sul Piano per la ReCir, la rete delle Ciclovie di interesse regionale chiedendo che le principali ciclabili del territorio vengano completate: l'AdriaBike (o Euro Velo 8, corrispondente all'asse est ovest conosciuta anche come Fvg2), la Pedemontana (asse est-ovest o Fvg3) e naturalmente l'Alpe Adria (asse nord-sud o Fvg1). «La Regione è partner, non antagonista di questi progetti e sta già operando su tutti e tre gli assi indicati. I soldi – afferma Santoro – ci sono e sono pronti ad essere utilizzati. Ma gli spazi finanziari verranno aperti quando i progetti per la realizzazione concreta delle ciclabili saranno esecutivi e gli appalti per la loro realizzazione affidati. Il tutto, entro la fine del 2015, pena il possibile ritiro dei fondi stanziati. Se la situazione non si sblocca – sottolinea l'assessore – il perché lo dovete chiedere alle Province». A quella di Udine, in particolare, visto che il tronco incompleto dell'Alpe Adria per il quale non è stato ancora depositato alcun progetto è quello di Moggio-Venzone che rientra in territorio udinese. Per il tratto Grado-Monfalcone invece sono stati sbloccati i 350.000 euro previsti per Gorizia che ha già presentato il suo progetto. Ma i rappresentanti delle Province all'incontro non si sono fatti vedere e non è stato possibile conoscere, nemmeno telefonicamente, il punto di vista di Franco Mattiussi, vicepresidente della giunta provinciale udinese e assessore anche a Infrastrutture e Turismo. La Carta prosegue con altre richieste in versione integrale sul blog "A ruota libera". Tra le più interessanti, quella di prolungare fino a Trieste il treno Mi.Co.Tra che unisce Udine a Villacco trasportando un vagone dedicato alle biciclette: il progetto europeo, spiega Maurizio Ionico delle Ferrovie Udine-Cividale, ha superato la fase istruttoria ed è in attesa di approvazione definitiva da parte dell'Ue. Alla richiesta di destinare alla ciclabilità l'8% della spesa annuale impegnata nel settore infrastrutture e trasporti, Santoro risponde con una controproposta: presentate progetti concreti e se attuabili verranno finanziati. Zadnich rilancia: lavoriamo insieme alla stesura di una programmazione triennale con priorità chiare e un cronoprogramma, vale a dire tempi e obiettivi certi. Sulla questione dei tempi, l'incontro di Chiusaforte serve anche a spronare la Provincia di Trieste che per poter accedere ai 2.920.000 euro previsti dovrebbe consegnare il progetto esecutivo per le ciclabili del Carso entro l'anno. Il patto di stabilità che blocca il finanziamento può essere "aggirato" facendo richiesta di fondi speciali: la Regione potrebbe aprire uno spazio finanziario eccezionale. «Non ci sono più scuse» dichiara l'assessore Santoro.