TRASPORTO PUBBLICO NELLA BUFERA TRA LE IPOTESI C'È LA CORRUZIONE

«Assunti in cambio di appalti» Nuova tegola sull’Amtab

«Assunti in cambio di appalti» Nuova tegola sull’Amtab

La Guardia di finanza sospetta che ci sia un nesso tra il contratto dato ai giovani e il servizio per la manutenzione dei pullman

Appalti in cambio di assunzioni. Come riporta Giovanni Longo su La Gazzetta del Mezzogiorno, ruota intorno a questa ipotesi investigativa la vera inchiesta sull'Amtab. Il nuovo filone conta almeno sei indagati (ma sono in corso verifiche anche su altre persone). Tra loro spiccano i nomi di due dirigenti dell'azienda che gestisce il trasporto pubblico in città. I figli di entrambi sono stati assunti da un'azien da che vende i pezzi di ricambio degli autobus alla società che ha l'appalto per la manutenzione dei mezzi. È solo una coincidenza, oppure sono stati commessi degli illeciti di natura penale? L'as sunzione – su questo sono al lavoro gli investigatori – è stata fatta in cambio dell'ap p a l t o, o, addirittura, pretesa della serie: «se volete la manutenzione dovete assumere i nostri figli»? I reati ipotizzati a vario titolo truffa ai danni dello Stato, abuso d'ufficio, e, soprattutto, ed è questa la novità, corruzione e concussion e. Al vaglio dei finanzieri del nucleo di polizia tributaria del comando provinciale di Bari, coordinati dal pm Francesco Bretone, ci sono anche i rapporti tra le due società, quella che presta il servizio e quella fornitrice dei pezzi di ricambio. Ci sarebbero persino delle incongruenze tra quanto risulta dalla documentazione in uscita e la merce effettivamente entrata in magazzino e poi montata sugli autobus. A giudicare dallo stillicidio quotidiano dei disservizi, con pullman che si bloccano per strada, lasciando a piedi i passeggeri, forse, non è che si faccia molto per la manutenzione. Ma questa è un'altra storia. Ad indagare su Amtab, dunque, non ci sono solo i Carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Bari, ma anche le fiamme gialle soprattutto per gli aspetti contabili e societari. Una nuova tegola, dunque, per l'azienda che gestisce il trasporto pubblico cittadino, da mesi finita sotto la lente d'ingrandimento della Procura per diversi profili che riguardano la sua gestione. Tutto era partito dalla relazione del Ministero dell'Eco nomia e Finanze stilata dopo u n'ispezione conclusa nel 2013. Il managment aveva depositato una nuova denuncia che aveva dato impulso ad ulteriori accertamenti. Nel mirino sono finite le modalità con le quali sono stati prorogati alcuni appalti, dai servizi di pulizia a quelli di vigilanza, alla manutenzione dei sistemi informativi e di t e l e c o n t ro l l o. Le ultime verifiche in ordine di tempo, prima degli approfondimenti sulle transazioni, riguardano, invece, i permessi previsti dalla legge 104/92 per l'assistenza ai familiari disabili di cui usufruiscono 150 dei 400 autisti (questo filone è concluso, a breve inizieranno i processi). L'attenzione degli inquirenti e del commercialista Massimiliano Cassano, consulente della Procura chiamato ad accendere un faro sui bilanci dell'azienda (ed in particolare sulla genesi della situazione debitoria della partecipata del Comune dal 2008 ad oggi), è diretta a verificare più aspetti. Inizialmente l'ipotesi di reato era truffa ai danni dell'azienda. Un capitolo a parte, infine, riguarda ipotesi di reati fallimentari legate alle spese e ai debiti della società. Ma l'indagine si sta allargando sempre di più. E adesso comprende anche le ditte fornitrici e una nuova ipotesi: assunzioni di parenti in quelle società, in cambio di appalti.

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