Riportiamo l'approfondimento di Fabrizio Patti per Linkiesta

Trasparenza e risparmio: così i trasporti milanesi battono quelli romani

Trasparenza e risparmio: così i trasporti milanesi battono quelli romani

Nel capoluogo milanese gli appalti nel 2011 erano tutto senza gare aperte, ora la situazione si è capovolta. Dai dirigenti ai ricavi da biglietti, i dati fotografano due mondi ormai lontanissimi

«Roma non sarà salva fintanto che non si riformerà il trasporto pubblico locale». Non potevano essere profeti più precisi i due ricercatori dell’Istituto Bruno Leoni – Ugo Arrigo e Andrea Giuricin – quando un anno fa descrivevano i guai dell’Atac. Ma è possibile salvare un’azienda di trasporti come l’Atac? A guardare le ultime vicende non è affatto scontato, ma qualche lezione in questo caso arriva da Milano. In una città che non si è fatta mancare scandali e tangenti, anche in tempi recenti, l’evoluzione dell’Atm va guardata con attenzione perché dice che tagliare i costi è possibile e che la trasparenza in fatto di gare è una componente fondamentale in questo percorso.     In confronto (all’Atac, ndr) Mario Chiesa e il suo Pio Albergo Trivulzio erano un collegio di lattanti Stefano Esposito, assessore dimissionario ai Trasporti del Comune di Roma   Vista da Milano, la situazione di Roma sembra quella di un altro pianeta: bilancio chiuso in utile (5,6 milioni di euro), costi del personale ridotti (di 2 milioni di euro), situazione ordinata nonostante il maxi afflusso dell’Expo. Eppure, ci sono stati anni in cui anche l’azienda di trasporti milanese era un problema. Non è mai stata un buco nero per il Comune di Milano, ma gli appalti venivano affidati regolarmente sempre senza gara aperta e l’ex amministratore delegato aveva uno stipendio superiore a 360mila euro annui. Pagine – quelle della stagione con Elio Catania alla guida dell’Atm – archiviate dal sindaco Giuliano Pisapia. Oggi il confronto effettuato nel luglio scorso in uno studio di Mediobanca mostra tutta la distanza tra Milano e Roma. Vediamo le principali.   Atac: L’Autorità nazionale anticorruzione contesta il meccanismo degli appalti. Nel periodo 2011-2015 sarebbe stato affidato senza gare aperte il 90% degli appalti, che nel complesso valevano nel quinquennio 2,2 miliardi di euro. Un trend che è solo in parte migliorato negli ultimi anni: se tra il 2011 e il 2012 la percentuale di appalti affidati senza gara era di oltre il 99%, nel 2014 la quota era scesa all’87,5% e nel 2015 all’84 per cento. L’ad dimissionario di Atac, Danilo Broggi, ha contestato questa cifra, dicendo che i bandi aperti e le procedure negoziate fatte tramite le piattaforme online superano il 90% del valore degli appalti.   Atm: Il cambiamento nella gestione degli appalti è uno dei più evidenti tra la nuova e la precedente gestione dell’azienda pubblica milanese. La tabella presente nel bilancio 2014 di Atm, mostra l’evoluzione: nel 2011 non c’era stata neanche una procedura aperta e tutte le 42 procedure effettuate erano negoziate. Nel 2014, 45 su 59 appalti sono stati assegnati con procedure aperte. Gli effetti: «Si evidenzia come l’impiego di procedure aperte abbia consentito l’acquisto di prodotti a un costo mediamente inferiore rispetto ai prezzi di acquisto ottenuti con procedure negoziate bandite nel 2011», si legge nel bilancio 2014 di Atm. I ricambi per autobus costano il 10% in meno del 2011, quelli dei particolari meccanici il 5% in meno del 2009. La copertura All Risk è scesa invece del 9,5% rispetto al 2011. La spesa per la fornitura di pneumatici per veicoli del 6,8% rispetto al 2012. Quelle per i nidi aziendali del 6,5 per cento.   Secondo l’Autorità anti-corruzione, nel periodo 2011-2015 sarebbe stato affidato senza gare aperte il 90% degli appalti, che nel complesso valevano nel quinquennio 2,2 miliardi di euro   Atac: L’altra emergenza romana riguarda i mezzi disponibili. Il sito dell’Atac parla di 2.400 veicoli, tra bus, filobus, tram, treni della metro e delle ferrovie metropolitane. Ma la realtà è molto diversa. Dei mezzi, solo circa 1.450 escono effettivamente ogni giorno. Gli altri sono in manutenzione. Ogni giorno si rompono 300 autobus e il motivo principale è l’età media elevatissima, circa 11 anni, quando la vita media di un mezzo è di 12 anni. L’esempio più evidente del caos della manutenzione è dato dai minibus elettrici. Come ha scritto Sergio Rizzo sul Corriere della Sera, dei 60 che circolavano a partire dal Giubileo del 2000, orgoglio ecologico della città, ne rimangono in funzione solo otto. Il motivo: le batterie sono esauste e non ci sono i soldi per sostituirle. Oltre 50 bus sono in un “cimitero” di Trastevere.   Né la situazione si sta sbloccando in vista del Giubileo. Un bando da 200 milioni di euro per 700 autobus è andato deserto e questo episodio è stato alla base della rottura tra l’assessore del Comune di Roma Esposito e il dg Francesco Micheli. È stato sostituito da uno più modesto da 180 bus. Al Messaggero il ministro dei Trasporti Graziano Delrio ha ipotizzato che la Cassa depositi e prestiti acquisti autobus nuovi che poi verranno ceduti in leasing alle municipalizzate, Atac in testa.   Atm: la situazione è molto diversa. Lo spiega ancora una volta il bilancio Atm. Nella seconda metà del 2014 sono stati consegnati e immessi in servizio i primi 85 autobus di nuova fornitura, nel quadro di un piano formalizzato nel 2014 per la fornitura di 250 autobus. Il gruppo Atm ha 130 treni della metropolitana, 1.394 autobus, 481 tram e 147 filobus. Non è chiaro quanti di questi siano in funzione. L’età media è di 8,6 anni.   Dei 60 minibus elettrici che circolavano a partire dal Giubileo del 2000, orgoglio ecologico della città, ne rimangono in funzione solo otto. Il motivo: le batterie sono esauste e non ci sono i soldi per sostituirle     Atac: nel bilancio 2013 della società si contavano 80 dirigenti. L’assessore dimissionario del Comune di Roma Stefano Esposito ha parlato di 15-20 manager che guadagnano 200-250mila euro all’anno.   Atm: nel 2014 si contano 25 dirigenti. Nel 2011 la retribuzione di Elio Catania, era stata in totale di 366 mila euro, difesi fino all’ultimo con i denti, pure con un ricorso al Tar. Era la somma degli stipendi del doppio ruolo che ricopriva: 76.643 euro lordi all’anno per l’incarico nel consiglio d’amministrazione e 290.000 euro lordi all’anno per la carica di direttore generale. Il suo successore, Bruno Rota, guadagna circa 260mila euro all’anno. Atac: ha 11.811 dipendenti. Il costo del lavoro per dipendente, come rilevato dal rapporto Mediobanca sulle aziende municipalizzate relativo al 2013, è pari a 46,9 euro. Il valore aggiunto per dipendente è pari a 32,2 euro. Il Clup (costo del lavoro per unità di prodotto) è pari a 145,4 euro. Il tasso di assenteismo è del 12 per cento. Gli scioperi sono stati 521 negli ultimi sei anni.   Atm: ha 9.356 dipendenti. IIl costo del lavoro per dipendente è di 50,6 euro. Il valore aggiunto per dipendente è di 53,6 euro. Il Clup è pari a 94,3 euro.   Risultato netto cumulato 2006-2013 Atac: -2.990 milioni di euro Atm: + 30 milioni di euro   Contributi e corrispettivi di servizio Atac: 534 milion nel 2013 i. I corrispettivi pubblici per addetto sono pari a 52,7 euro. Atm: 354 milioni nel 2013. La cifra è pari al 30% dei ricavi. I corrispettivi pubblici per addetto sono pari a 43,4 euro.   Copertura dei costi operativi netti con ricavi di mercato Atac: nel 2013 31,7% Atm: nel 2013 59%

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