Mobilità, il settore trainante della sharing economy in Italia: a Smart Mobility World ICS fotografa il settore

La mobilità traina la sharing economy in Italia: ICS fotografa il settore a SMW 2015

La mobilità traina la sharing economy in Italia: ICS fotografa il settore a SMW 2015

600.000 utenti e 6000 auto entro fine anno in Italia disponibili in sharing da 19 diversi operatori. Il modello dominante come numero di auto è quello “milanese” del free-floating. A livello mondiale, il settore fattura 1,1 miliardi di dollari, che saliranno a 6,5 nel 2014. Mercati principali oggi Europa e Nordamerica

Internet ci ha abituato alla crescita rapidissima di fenomeni da numeri di nicchia a realtà di massa. Fa ancora però impressione quando queste crescite avvengono non nel mondo virtuale ma in quello fisico. E’ il caso del car sharing in ambito urbano in Italia. Iniziativa Car Sharing (www.icscarsharing.it), l’associazione che raccoglie i servizi di sharing a partecipazione pubblica, ha completato uno studio che fotografa il settore e che viene presentato a Smart Mobility World all’Autodromo Nazionale Monza nella seconda giornata di convegni, il 30 ottobre nella sessione sulla sharing mobility. Siamo in grado di anticipare alcuni dati significativi.
A fine anno, il numero di utenti di car sharing supererà i 600.000, cui verranno messi a disposizione circa 6000 auto e quadricicli (questi ultimi tutti elettrici). Due anni fa le auto disponibili erano 700. L’offerta e gli utenti sono concentrati nelle aree urbane maggiori, nell’ordine Milano, Roma, Torino e Firenze. Il 50 per cento dei veicoli in sharing è in Lombardia, dove accanto a Milano hanno servizi di car sharing anche diverse città medie e piccole.

Gli operatori hanno tipologie molto diversificate: dalle grandi aziende anche multinazionali alle municipalizzate del trasporto pubblico, agenzie e aziende di servizi pubbliche, piccole imprese, cooperative. L’offerta è però molto concentrata, i primi due operatori controllano il 70 per cento  del parco veicolare. Lo stesso si può dire per il modello di servizio, quello “milanese” del free-floating, detto anche one-way (ossia, ritiro e rilascio del veicolo senza punto di raccolta) domina con l’85 per cento dei veicoli offerti rispetto al modello a prenotazione (con punto di raccolta). D’altra parte, la crescita del car sharing in Italia negli ultimi due anni si deve proprio all’entrata di operatori privati con modello free-floating.  
Nello stesso periodo, l’offerta a prenotazione è infatti crescita solo del 15 per cento, contro un aumento di sette volte del parco veicolare complessivo.
La mobilità elettrica rappresenta il 9 per cento dell’offerta, e per il 77 per cento vede l’utilizzo di quadricicli. Nell’ultimo periodo i mezzi elettrici in sharing hanno visto un’accelerazione,
grazie soprattutto ad un operatore che da solo ha apportato in pochi mesi quasi 400 veicoli, di cui 260 in Lombardia.

La crescita del car sharing in Italia si inserisce in una tendenza comune a tutte le economie avanzate. Secondo una recentissima indagine della società americana Navigant Research (www.navigantresearch.com), a fine del 2014 gli utenti car sharing di servizi offerti da aziende specializzate (esclusi quindi i servizi peer-to-peer e di ride-sharing) erano circa 2,4 milioni, con un fatturato globale di circa 1,1 miliardi di dollari. Anche a livello internazionale l’offerta è concentrata: i due primi operatori, entrambi emanazione di Case automobilistiche, servono circa metà degli utenti. L’entrata dei produttori di automobili nel settore è vista da Navigant come una delle tendenze più interessanti. Le Case hanno un vantaggio evidente sul fronte degli investimenti in conto capitale (dispongono di veicoli e pezzi di ricambio a prezzo di costo) e dell’assistenza (la propria rete di concessionari e officine). Esse hanno inoltre la possibilità di offrire da subito un gran numero di veicoli a condizioni convenienti, facendo rapidamente crescere il numero di iscritti.

Dal punto di vista economico, secondo Navigant  il car sharing fatturerà a fine 2015 circa 1,1 miliardi di dollari in tutto il mondo, con una crescita prevista al 2024 fino a 6,5 miliardi. Oggi i mercati principali sono nell’ordine Nordamerica, Europa e Asia-Pacifico. Nel 2024 la prima posizione sarà occupata da Asia-Pacifico con il 34 per cento degli utenti, seguita da Europa con il 32 e Nordamerica con il 23. Il car sharing è un fenomeno urbano, per cui le aree con le maggiori concentrazioni urbane e più alta attenzione alle problematiche della congestione del traffico e dell’ambiente saranno quelle priviegiate.

La prudenza è però opportuna. I fattori che influenzano la crescita del car sharing sono numerosi e intercorrelati in modi a volte imprevedibili, come ricorda lo studio di ICS: nel 2009 Frost & Sullivan prevedeva per l’Italia a fine 2016 meno di 110.000 utenti del car sharing con un parco veicoli di poco più di 2300  unità.

Smart Mobility World, la più grande manifestazione europea del settore, che si svolgerà dal 28 al 30 ottobre, costruita su oltre dieci anni di storia e di esperienza, è l’unico appuntamento che concentra in un unico quadro coerente tutte le componenti della smart mobility.

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