Atp, anche gli stranieri alla guida dei bus, la professione era stata vietata agli stranieri da una legge del ventennio fascista, la norma era da tempo oggetto di contestazioni, e molti giudici l'avevano considerata illegittima
Il punto di partenza è un vecchio retaggio fascista abrogato dal governo l'anno scorso. Diceva, il regio decreto numero 148, del gennaio 1931, che l'antica e stimata professione del tranviere sarebbe dovuta essere esclusivo appannaggio di preparati cittadini italiani. Non è più così da diversi mesi, ma in Liguria non si erano ancora manifestate occasioni per mettere in pratica la novità. Via libera ai conducenti di bus nati in paesi diversi dall'Italia, extracomunitari compresi purché in possesso di regolare permesso di soggiorno. L'azienda di trasporto della Città metropolitana, Atp, ha appena lanciato il concorso per la selezione di 16 nuovi autisti e 2 meccanici. Che, appunto, da oggi potranno essere nati all'estero. Il 18 ottobre un'analoga selezione l'ha lanciata Amt, società di trasporto del capoluogo. Che, anche in questo caso, inizierà ad aprirsi a stranieri ed extracomunitari. «Sono abrogate le disposizioni di cui all'articolo 10, n. 1°, dell'Allegato A al regio decreto 8 gennaio 1931, n. 148». Con questa formulazione il governo ha autorizzato l'anno scorso l'assunzione di stranieri come autisti dei mezzi pubblici. Era appunto un regio decreto di 83 anni fa. A dire il vero la norma era da tempo oggetto di contestazioni, e molti giudici l'avevano considerata illegittima. Il caso più noto, tra quelli finiti in Tribunale, riguarda Mohamed Hailoua, un ragazzo marocchino che nel 2009 chiese di lavorare all'azienda milanese dei trasporti. Ebbene, presentata la propria candidatura, Mohamed si sent ì rispondere che non poteva essere assunto perché privo della cittadinanza italiana. E alla base del rifiuto c'era proprio la legge fascista del 1931. Il ragazzo non si perse d'animo, intentò una causa e il giudice gli diede ragione. Ora, finalmente, quella norma è stata abrogata. Possesso delle patenti necessarie a svolgere una delle professioni più antiche, godimento dei diritti politici, assenza di condanne penali o procedimenti penali pendenti, permesso di soggiorno, valido per motivi di lavoro, in corso di validità. Questi i requisiti richiesti da entrambi i concorsi per nuovi conducenti. Quel che è certo, è che, italiani o "foresti", i nuovi autisti inizialmente guadagneranno meno: il periodo di "formazione" è stato prolungato a nove anni, un modo per alleggerire – e di parecchio – le buste paga dei giovani dipendenti.