Lo chiede l'Autorità garante della concorrenza e del mercato che, in un parere firmato dal presidente Giovanni Pitruzzella in risposta a un quesito del ministero dell'Interno su richiesta del Consiglio di Stato, sollecita il Parlamento a regolamentare il settore per "garantire la concorrenza, la sicurezza stradale e l'incolumità dei passeggeri, definendo un «terzo genere» di autisti oltre a quelli dei taxi e degli Ncc".
L'esigenza, spiega l'Authority, nasce da una constatazione: in molti paesi europei, tra cui l'Italia, lo sviluppo di questi servizi (in particolare di 'UberPop') ha determinano l'insorgere di "complesse questioni sull'interferenza tra l'attività di queste piattaforme e i tradizionali servizi di mobilità non di linea (taxi, NCC)". Di qui la sollecitazione rivolta al legislatore ad intervenire "con la massima sollecitudine al fine di regolamentare – nel modo meno invasivo possibile – queste nuove forme di trasporto non di linea" ed ampliare l'offerta del servizio per il consumatore. In particolare, per i servizi UberBlack e UberVan (che usano rispettivamente berline fino a quattro posti e mini-bus o monovolume da cinque posti), l'Antitrust ribadisce "la legittimità, in assenza di alcuna disciplina normativa, della piattaforma, trattandosi di servizi di trasporto privato non di linea, come riconosciuto anche dal Consiglio di Stato" e giudica "di fatto inapplicabili" gli obblighi stabiliti dalla legge vigente. È invece necessario un intervento per UberPop, il servizio svolto da autisti non professionisti: su questo l'Antitrust invita il legislatore ad adottare "una regolamentazione minima", con l'intento di "sottolineare con forza gli evidenti benefici concorrenziali e per i consumatori finali derivanti da una generale affermazione delle nuove piattaforme di comunicazione".