La Provincia di Trento ci crede

Metrò Trento, opera da 140 milioni

Metrò Trento, opera da 140 milioni

Gilmozzi: «Dorsale e collegamento per Povo, i progetti hanno senso assieme» L'amministrazione sta concludendo le verifiche tecniche. L'intuizione risale al 2008. «Il tracciato è fattibile»

Centoquaranta milioni di euro. È il costo ipotizzato per la metropolitana di superficie di Trento, attuabile tramite l'aggiunta di un binario sulla linea ferroviaria dallo Scalo Filzi, a lato di via Brennero, fino a Mattarello. La Provincia, che ha già inserito il collegamento a fune fra la città e Povo, sta concludendo gli studi preliminari e la procedura di autorizzazione da parte di Rfi, indispensabile per avviare i lavori. Le verifiche sulla fattibilità sono positive, si attende ora di capire come potrà essere finanziata l'opera. «Le due infrastrutture, la funicolare per Povo e la dorsale nord-sud del trasporto pubblico, hanno un senso e possono stare assieme» precisa Mauro Gilmozzi, assessore provinciale a trasporti e lavori pubblici. La dorsale Si tratta di uno dei tre sogni finora rimasti nel cassetto per la mobilità del capoluogo e del territorio circostante. Il terzo, l'impianto a fune fino al monte Bondone, appare come l'ipotesi di più ardua realizzazione. La giunta provinciale tuttavia sembra crederci. Riguardo al metro di superficie, l'idea risale al 2008. Era stato Lorenzo Dellai, allora governatore, padre del visionario progetto poi accantonato «Metroland», a parlarne nel marzo di quell'anno in un incontro con il consiglio circoscrizionale della «sua» Gardolo. Il presidente della Provincia si era presentato nella sede di piazzale Groff con in mano lo studio di fattibilità del progetto di metro di superficie tra la stazione di Trento e Spini di Gardolo. Una linea dotata di veicoli automatici leggeri (Val) in grado di trasportare 220 passeggeri alla volta e di muoversi a un massimo di 80 chilometri all'ora. Nello stesso anno era emersa la volontà condivisa con il Comune di prolungare il tracciato fino a via Al Desert (dove era previsto l'ospedale) e alla zona sportiva delle Ghiaie. Negli ultimi sette anni ci sono state numerose variazioni nel progetto. Accantonata la scelta tecnica della Val, si è optato per il prolungamento a sud della Trento-Malè sull'asse della linea ferroviaria del Brennero, fino a Mattarello. Di qui l'esigenza di chiedere l'autorizzazione a Rete ferroviaria italiana per poter aggiungere un binario al tracciato. L'aggiornamento L'amministrazione provinciale, che non ha mai rinunciato all'idea anche in anni di crisi economica, ha ripreso in mano il progetto nell'ambito di un disegno globale che considera la realizzazione della stazione intermodale all'ex Sit e il collegamento a fune con Povo (da piazza Venezia). «Stiamo ultimando il lavoro con Rfi per le autorizzazioni – spiega Gilmozzi -. Tutto è stato studiato e approfondito. Ci sono valutazioni puntuali dal punto di vista trasportistico e dei costi che dicono che l'opera ha un senso. Entrambe le infrastrutture, considerando la funicolare, hanno un senso». Una volta concluso l'approfondimento tecnico, servirà reperire i fondi. L'infrastruttura infatti non è stata inserita a bilancio. Sotto la lente i finanziamenti europei.

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