Il piano finanziario comprende fondi del ministero dei Trasporti (20 milioni), ai quali l'Atm ha aggiunto la quota di 16,6 milioni. Senza l'intervento di Atm, le risorse dello Stato sarebbero andate perse. Spiega il presidente Rota: «Abbiamo deciso di portare avanti subito questo nostro finanziamento per preservare un contributo ministeriale che in tutti questi anni siamo riusciti a salvaguardare»
Cinquanta treni che viaggiano in contemporanea nell'ora di punta. Centoquindici milioni di passeggeri trasportati nel 2015. E una rete elettrica (sistema vitale per il funzionamento di una metropolitana) che nelle sue strutture fondamentali risale all'anno 1968. Eccola, la radiografia della linea «verde» nel 2016. Utenti che aumentano, strutture che invecchiano. In questo quadro Atm ha aperto (dopo i cantieri per evitare le infiltrazioni d'acqua in galleria) il secondo capitolo di ristrutturazioni per mantenere la M2 in condizione di poter gestire carichi di passeggeri aumentati del 30 per cento nell'ultimo decennio: 36,6 milioni per rifare la rete elettrica nei tratti fra Cimiano e Gorgonzola e Cascina Gobba e Cologno Nord.
Il risanamento L'investimento ruota intorno a due criteri di base. Primo: Milano sta costruendo nuove linee di metropolitana (la M5 conclusa da poco, i cantieri della M4 appena aperti), ma per mantenere l'efficienza del sistema bisogna intervenire anche sulle vecchie. La sistemazione della M1 è chiusa; oggi la priorità si sposta sulla manutenzione straordinaria della M2, che altrimenti nei prossimi anni rischia di non essere più in condizioni di reggere l'attuale volume di traffico lungo un percorso di 40 chilometri e 35 stazioni. Secondo: l'attenzione riservata da Atm ai bilanci permette all'azienda di intervenire anche al di fuori delle proprie competenze. Perché l'infrastruttura del metrò è di proprietà comunale e le ristrutturazioni sarebbero dunque a carico di Palazzo Marino. Spiega il presidente Bruno Rota: «Si tratta di uno sforzo economico imponente, che coinvolge l'azienda per molti milioni di euro, uno sforzo per un'infrastruttura che è di proprietà del Comune, e quindi di tutti i milanesi. Il rifacimento della rete elettrica sul tratto Est della "verde" aumenterà la qualità e l'affidabilità del servizio». La struttura infatti è la stessa degli anni Settanta, quando sulla linea giravano in media 25 treni, la metà rispetto a oggi. Il progetto prevede la sostituzione completa dell'impianto: dalle «sottostazioni» (i nodi che trasformano e forniscono energia elettrica ai treni), ai pali e i fili di contatto. I lavori si svolgeranno di notte; i cantieri dovrebbero chiudere entro il 2019 e renderanno possibile l'aumento delle frequenze dei treni e l'impiego massiccio dei nuovi «Meneghino» già in servizio sulla M1 e, in parte, sulla M2. «Grazie alla gestione finanziaria dell'Atm – commenta l'assessore ai Lavori pubblici, Carmela Rozza – sarà possibile eseguire opere fondamentali per l'ammodernamento di un'infrastruttura strategica per la rete del trasporto pubblico milanese». L'intero progetto per modernizzare la linea 2 ha un volume complessivo di 76,6 milioni di euro. Il finanziamento comprendeva anche l'acquisto di alcuni nuovi treni Meneghino (quelli già in servizio), per un valore di 40 milioni. Anche in questo caso l'Atm ha impegnato una propria quota di 16 milioni.