Il 19 aprile scadono i termini per la presentazione delle proposte di acquisto. Base d'asta a 5,8 milioni di euro; Air, Arriva e Bus Italia pronte ad investire 

Cstp Salerno; tre aziende private pronte a comprare

Cstp Salerno; tre aziende private pronte a comprare

Il bando per la cessione del ramo d'azienda, ufficializzato dal commissario straordinario Raimondo Pasquino lo scorso 17 febbraio, è diventato realtà. 

Mancano ancora 60 giorni: il prossimo 19 aprile si saprà quale sarà il destino dell'azienda di trasporto pubblico salernitano. Due le possibili soluzioni: Cstp sarà rilevata da un gruppo industriale del settore sin dalla prima gara ufficiale, o se si dovrà attendere ancora prima di procedere con la fase due del salvataggio che prevede la cessione dell'attività da un lato, e la vendita del patrimonio immobiliare dall'altro.
  L'unico modo per consentire alla società di pagare i milioni di euro di debiti che ha contratto negli anni, prima di arrivare all'amministrazione controllata. Il prezzo, come annunciato già da Pasquino, è di 5,8 milioni di euro. Esattamente tre milioni in meno rispetto al prezzo previsto nel precedente bando. Un prezzo che, per il ministero dello Sviluppo Economico che sta seguendo il piano di riordino dell'azienda pubblica di trasporto salernitano, era troppo alto. Il ribasso della base di gara, infatti, è il frutto di una perizia che il ministero ha predisposto nei conti del Cstp. L'offerta sarà, ovviamente, a salire. La speranza è che gli interessati possano colmare – in tutto o in parte – i tre milioni spesi nella perizia. 
  Al momento, ad essere interessati sono tre gruppi industriali del settore. Indiscrezioni parlano di contatti più o meno insistenti da parte della Air di Avellino, ora interamente partecipata dalla Regione Campania. Unica realtà locale che, già in passato, ha mostrato anche ufficialmente il proprio interesse al servizio di trasporto sul territorio provinciale salernitano. Accanto all'azienda irpina, ci sarebbero state le prime voci di interessamento anche da parte di Arriva e Bus Italia, due colossi del settore. Anche in questo caso, le due realtà sono state già molto vicine all'acquisizione dell'azienda quando si pensò, tre anni fa, alla divisione del servizio urbano del Cstp rispetto a quello extraurbano. Manovra mai concretizzata.    La vendita del ramo d'azienda del Cstp vorrà dire, in pratica, non solo cedere all'acquirente i contratti di servizio in essere ma anche i rapporti di lavoro, gli autobus e tutti i mezzi di trasporto di proprietà del Cstp che servono per il servizio, documenti tecnici, permessi, concessioni, capitale circolante. Inoltre, l'acquirente dovrà pagare alla società un canone annuo di 500mila euro per l'utilizzo dei depositi e delle rimesse necessarie al lavoro dei bus, anche se, intanto, il Cstp ha messo sul mercato anche quelle.    Capitolo importante è la questione della salvaguardia dei lavoratori: nel disciplinare di gara viene sottolineata la centralità di un accordo tra la nuova proprietà e i sindacati per la questione mantenimento dei posti di lavoro. Senza accordo, l'acquirente potrebbe anche ritirare l'offerta.   Nessun riferimento al marchio aziendale. E' questo, infatti, uno degli interrogativi che si sta diffondendo all'interno del gruppo dei lavoratori del Cstp. E cioè se l'azienda manterrà il nome. In altre acquisizioni avvenute nella penisola, le aziende rilevate hanno mantenuto il proprio nome. In questo caso, però, la nuova azienda "sana" dovrà in qualche modo differenziarsi dal vecchio Cstp al quale resterà solo da onorare – possibilmente – tutti i debiti. Ecco allora che proprio da alcuni dipendenti dell'azienda arriva la proposta, ancora non formalizzata, di tornare eventualmente al vecchio nome tanto caro ai salernitani: Atacs.

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