La mobilità del futuro, forse.

Una cosa mai vista

Una cosa mai vista

Il piano strategico presentato dall'Ad di Fs Renato Mazzoncini disegna scenari futuribili e inediti. Un gigantismo che mal si concilia nel paese del particulare dove la rissa è il pane quotidiano.

Un atto di coraggio o un azzardo. Non possono esserci mezze misure di fronte al Piano strategico presentato dall'Ad di Ferrovie Renato Mazzoncini. Un salto verso una dimensione realmente europea. La mobilità disegnata da Fs va oltre l'integrazione del trasporto ferro-gomma, la fusione con Anas; è immaginare un “ecosistema” dove al centro c'è il cittadino con la sua necessità di muoversi.   La sfida strategica è la grande alleanza della mobilità collettiva far far arretrare quella mobilità individuale su gomma che in Italia continua ad avere, per passeggeri e merci, quote di traffico abnormi.   Il “cronoprogramma” parte dalla quotazione in Borsa, per poi passare alla fusione con Anas e piegare in direzione del trasporto pubblico locale su autobus (con una quota Fs su scala nazionale che dovrebbe crescere in dieci anni dal 6% del 2015 fino al 25%), un piano di investimenti da 94 miliardi e, infine, la creazione di una piattaforma digitale per unire in un'alleanza i vettori del trasporto collettivo; un vero e proprio “roadshow”, degno più di un grande sogno americano e che invece, nel paese dei cento campanili, rischia di trasformarsi in una traversata nel deserto.   Ma mentre nel resto del mondo civilizzato la mobilità collettiva e privata si evolve ed immagina nuove frontiere a casa nostra, tutto procede con esasperante lentezza. Le intelligenze, le conoscenze e le tecnologie ci sono e vengono vendute ovunque: al bel paese non manca nulla, deve solo crederci.

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