Costi d’acquisto e canoni di noleggio elevati, autonomia ancora limitata e car policy poco premianti restano il principale freno
Le flotte aziendali si confermano “diesel friendly”, tra le motorizzazioni alternative l’elettrico costituisce ancora una nicchia, ma sono ampie le potenzialità di sviluppo, soprattutto se si considera che quasi la metà dei veicoli delle imprese percorre meno di 100 km al giorno, ben al di sotto della soglia media di percorrenza dei modelli già oggi presenti sul mercato. Persistono, nella percezione di driver e fleet manager, diversi freni alla svolta elettrica: su tutti la limitata durata delle batterie, i costi elevati per l’acquisto e dei canoni di noleggio, i tempi di ricarica ancora non in linea con le esigenze aziendali e, non ultimo, le car policy delle stesse imprese che non premiano queste scelte di mobilità sostenibile. Sono questi i principali risultati della ricerca “Le flotte aziendali verso una svolta elettrica…ancora lontana”, promossa da Top Thousand, l’Osservatorio sulla mobilità aziendale composto da Fleet e Mobility Manager di grandi aziende, con il patrocinio di CEI CIVES – Commissione Italiana Veicoli Elettrici Stradali a Batteria, Ibridi e a Celle a Combustibili. La ricerca ha preso in considerazione una flotta campione di 60 grandi aziende appartenenti a diversi settori (energia, grande distribuzione, enti pubblici, commercio, trasporti, etc…), con oltre 52.000 veicoli aziendali complessivi e si è focalizzata sull’attuale e potenziale futuro impatto della mobilità elettrica sui parchi auto di medie e grandi imprese. Nonostante i numerosi investimenti sui veicoli elettrici (EV) e le presentazioni nel corso dei principali Saloni automobilistici (da ultimo, il Salone di Parigi), l’elettrico in Italia resta un business di nicchia (1.287 veicoli immatricolati nei primi 9 mesi del 2016), in cui le flotte aziendali, e il noleggio in particolare (692 veicoli immatricolati nei primi 9 mesi del 2016, il 54% del totale), già oggi rivestono un ruolo da protagonista. Secondo il rapporto le principali ragioni restano incentrate sulla limitata autonomia (indicata dal 43% dei driver) e sulla rete di alimentazione distribuita a macchia di leopardo sul territorio (lo segnala il 25% e la percentuale cresce sensibilmente nel Centro-Sud) e sui tempi di ricarica ancora non ottimali (10%). Interessante elemento di novità che emerge dall’analisi riguarda le perplessità sul rapporto costi/benefici: i prezzi di questi veicoli sono alti, così come i canoni di noleggio (11%), senza contare che chi predilige una vettura elettrica si confronta con una ridotta gamma di modelli/versioni con optional limitati rispetto alla scelta diesel/benzina. Chiude l'elenco delle criticità il tema delle decisioni, pubbliche o aziendali che siano; serve chiarezza ed è necessaria una presa di posizione affinché la scelta dei EV sia razionale e ben condivisa, supportata da opportuni incentivi che rafforzino i vantaggi percepiti dal driver