Progettazione linea 2 della metropolitana

Torino: previsto per oggi il verdetto sulla gara per la linea 2 della metro

Torino: previsto per oggi il verdetto sulla gara per la linea 2 della metro

Oggi si riunisce la commissione che dovrà aggiudicare la gara per la progettazione della linea 2 della metropolitana torinese.

Secondo quanto riportato dal quotidiano torinese "La Stampa" oggi in edicola, oggi dovrebbe concludersi con l'aggiudicazione della gara pre la progettazione della linea 2 della metropolitana torinese la prima fase di un percorso accidentato.
    Al bando pubblicato nei mesi scorsi, e con base d'asta di 7 milioni di euro, avevano risposto le più importanti aziende europee di progettazione di infrastrutture. Dopo una prima richiesta di integrazione della documentazione avanzata dalla commissione aggiudicatrice ai primi 4 della classifica, allo stato attuale risulta prima in graduatoria Systra, società di progettazione delle ferrovie francesi, con la milanese Tecnimont, Italferr (società di progettazione delle ferrovie italiane) e i torinesi di Ai Group. Alle spalle gli spagnoli di Sener, poi i torinesi di Geodata e quindi gli svizzeri della Lombardi. A meno di ulteriori intoppi oggi dovrebbe uscire fuori il nome del vincitore.
    Tuttavia si tratta solamente della prima tappa: sulla linea 2 pende infatti la richiesta del Comune di Torino di una ulteriore modifica del decreto del governo (gia modificato nei mesi scorsi) che ha assegnato fin dal 2015 i 100 milioni necessari per la realizzazione dell'opera, per scongiurare visto lo slittamento dei tempi la perdita dei 10 milioni stanziati per la progettazione.
    Lunedì prossimo infatti, secondo quanto riporta il quotidiano – la sindaca ha convocato parlamentari piemontesi, i capigruppo della Città metropolitana e del Comune per condividere una strategia comune. È questa la condizione necessaria, ma non sufficiente, dettata dal ministro Delrio nella road map concordata con Appendino.
    La partita, dunque, si sposta sul terreno squisitamente politico. Per modificare il decreto serve il via libera – tutt'altro che scontato – anche del ministero dell'Economia, della Ragioneria dello Stato e della Corte dei Conti. I dieci milioni restano appesi a un filo. Per questo è necessaria la più ampia convergenza politica. 

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