L'agonia di Atac

Roma: Atac, in vista del concordato la parola d’ordine è tagliare i costi

Roma: Atac, in vista del concordato la parola d’ordine è tagliare i costi

In attesa della delibera per il via libera al concordato, giro di vite sui costi del personale dell'azienda di trasporto. Nel mirino i premi di produttività.

Che il percorso verso il concordato per tentare di salvare il salvabile fosse irto di ostacoli era nell'ordine delle cose.  La sindaca, con un messaggio rassicurante improntato al "rimbocchiamoci le maniche, tutti insieme possiamo farcela", lanciato pochi giorni fa attraverso il social media di riferimento,   sta provando a fare scendere la febbre del malato terminale Atac, ma la realtà è che il provvedimento, al di là dell'appello alla concordia, tocca carne e nervi dei dipendenti e dei creditori.
    Infatti, al di là delle rassicurazioni di facciata, i primi effetti concreti legati alla preparazione del concordato cominciano a manifestarsi. L'azienda di trasporti capitolina nei giorni scorsi – secondo quanto riportato dal quotidiano "Il Messaggero" – ha nominato ufficialmente un advisor industriale e finanziario, Ernst Young, che ha come obiettivo «il closing dell'operazione di concordato» o, in alternativa, un accordo di ristrutturazione del debito. 
    Intanto, Via Prenestina, nel nuovo piano di risanamento, ha intenzione di procedere alla revisione dei premi di produttivita: «Nessun taglio al contratto dei dipendenti di Atac», ha promesso Virginia Raggi, intercettata dal Messaggero alla buvette del Campidoglio. Ma una sforbiciata ai costi del personale della partecipata dei trasporti ci sarà: non sui cedolini di impiegati, macchinisti e autisti, ma sui bonus elargiti ai dirigenti e ai quadri dell'azienda. La revisione di tutti i premi di produttività verrà inserita nel piano di risanamento collegato al concordato preventivo. 

  Queste, almeno, le intenzioni: quello che è certo è che con l'avvio della procedura concordataria, tutti gli "extra" saranno rivisti e vagliati dal commissario che dovrà nominare il Tribunale che dovrà pronunciarsi sulla bontà del piano presentato. Di fronte alla prospettiva di tagli alle retribuzioni  e, forse, del personale in esubero, all'aumento dei carichi di lavoro, di controlli più serrati all'assenteismo per malattia, che il piano di risanamente gioco forza dovrà contenere, i sindacati stanno già alzando le barricate. Come primo segnale oggi si terrà un sitin di protesta a Piazza del Campidoglio, in attesa di un incontro chiarificatore tra l'amministrazione capitolina e le sigle sindacal

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