"Preso atto" della volontà espressa dalla maggioranza. Con questa motivazione la giunta capitolina capitanata dalla sindaca Virginia Raggi ha dato mandato agli uffici competenti di preparare gli atti che danno il via libera all'estensione all'esercizio del servizio in house da parte di Atac oltre l'attuale scadenza e per l'intera durata prevista dal piano di concordato.     La prima fase legata alla richiesta di concordato può dirsi conclusa:  i conti di Atac entreranno in tribunale, il contratto di servizio «in house» sarà allungato fino al 2024 per consentire la spalmatura dei debiti e l'operazione sarà gestita da un commissario nominato dal giudice. Entro quattro-cinque mesi il tribunale, sentiti i fornitori più importanti, deciderà se concedere ad Atac il ricorso alla procedura oppure dare di fatto il via al fallimento.      Si apre ora la partita più difficile per la giunta pentastellata: quella politica. Il piano che dovra accompagnare il cammino del concordato non sarà una "passeggiata di salute".  Sullo sfondo il rapporto con i lavoratori e le rappresentanze sindacali. Accolto con soddisfazione l'avvento del nuovo corso in Campidoglio da un numero elevato di dipendenti Atac, i colpi di forbice che si profilano all'orizzonte per far quadrare i conti rischiano di far naufragare la luna di miele.     Nonostante le rassicurazioni giunte dall'assessora Meleo e dalla stessa sindaca Raggi le rappresentanze dei lavoratori temono gli effetti del concordato. Gia domani è prevista un'astensione dal lavoro di alcune sigle:  Orsa Tpl e Faisa Confail fermeranno dalle 8,30 alle 12,30 i lavoratori su bus, tram, metropolitane e ferrovie urbane; contemporaneamente Cgil, Cisl, Uil e Faisa Cisal è confermato lo sciopero Roma Tpl che interesserà i bus periferici; in più ci sarà una doppia serrata (24 ore) per Cotral proclamata dal Sul-Comparto Trasporti.