Nella richiesta di concordato consegnata in tribunale si profila il rimborso dei creditori entro il 2039 in 240 rate mensili
Secondo quanto riportato dall'edizione odierna del quotidiano "Il Corriere della Sera" nel documento di richiesta concordato Atac portato in tribunale si fa riferimento al modello già usato dal Campidoglio per spalmare il debito con la sua partecipata: 240 rate mensili, l'ultima nel 2039. La stessa formula – scrive il giornale – è proposta «anche per il resto debito accumulata da Atac. I creditori, dunque, potrebbero riprendere (parte) del dovuto tra molti anni. Dunque, i 1200 creditori dell'azienda, si troveranno di fronte questa proposta: un miliardo e mezzo da restituire in 20 anni. La procedura – riporta il "Corriere" gira intorno al «principio del rinvio del rimborso» oppure «della dilazione» del debito già utilizzato dal Comune nella faccenda dei 429 milioni di crediti con la sua partecipata. Il 12 ottobre dell'anno scorso una delibera stabilì, infatti, che, a partire dal gennaio 2019, Atac avrebbe cominciato a saldare le rate per tappare quel buco con il suo azionista unico (che con la procedura sarà l'ultimo a riprendere i soldi): 240 bonifici mensili e mutuo acceso fino al 2039, cioè oltre, e di molto, rispetto alla scadenza del contratto di servizio con il Comune (3 dicembre 2019). Con la postilla che «la passività residua costituirà parte di attività e passività trasferite al subentrante, qualora diverso da Atac». Se la via d'uscita sembra tracciata rimangono ancora degli ostacoli sul cammino di Atac: i pignoramenti chiesti e ottenuti da Roma Tpl in base al lodo relativo hanno già prodotto il blocco dei conti correnti usati dall'azienda presso alcune banche che adesso attendono il decreto di svincolo da parte del giudice. Che arriverà, visto che il concordato sospende pignoramenti e ingiunzioni. Ma forse tra qualche settimana, lasciando Atac senza liquidità per l'ordinaria amministrazione.