Spunta l'ipotesi di affido della gestione ai privati per la funivia casalotti-boccea.
Privato è bello ma solo per la funivia che la giunta pentastellata sogna di regalare ai romani. Questa la morale che emerge – se dovessero essere confermate le notizie pubblicate oggi dal quotidiano romano "Il Messaggero" – nella vicenda della cabinovia promessa agli elettori di Roma Nord dalla Sindaca Virginia Raggi. Una morale, doppia, se confrontata col "non possumus" grillino all'ipotesi di mettere a gara il servizio di trasporto pubblico e dell'ingresso dei privati nella gestione di Atac, l'azienda di trasporti più disastrata d'Italia. Del resto, qualcuno dalle parti del Campidoglio deve aver pensato che se Parigi valeva una messa figuriamoci se la funivia casalotti-boccea promessa in campagna elettorale non vale un privato. Messi da parte le questioni di principio rimane che il progetto, a cui stanno lavorando Risorse per Roma, Agenzia della Mobilità, Roma metropolitane, procede nonostante la sonora bocciatura ricevuta nei giorni scorsi da Atac da parte dei cittadini romani.
Il fatto è che con le casse desolatamente vuote, dove anche la pulizia delle strade diventa un lusso, la funivia o si fa con i soldi dei privati (che poi se la gestiscono per un certo numero di anni per rientrare dell'investimento) o non si fa; e se questa è l'alternativa le questioni di principio (sui privati cattivi) possono essere accantonate di fronte alla convenienza. Niente di sconvolgente, sia chiaro. Il privato non è mai bello o brutto per principio; il privato, come il pubblico, va giudicato per quello che sa o non sa fare. E non è il caso di scomodare le questioni di principio.