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Lazio: Regione e Comune ai ferri corti per Metrebus

Lazio: Regione e Comune ai ferri corti per Metrebus

Nel piano presentato da Atac i 60 milioni reclamati da Cotral finiscono fra i debiti commerciali. La Regione Lazio si oppone alla manovra di Atac che rischia di tagliare pesantemente il credito vantato.

 Nel piano presentato da Atac nei giorni scorsi al giudice chiamato a decidere sul concordato in continuità, l'azienda capitolina di trasporti ha trasformato i crediti vantati da Cotral e Trenitalia e derivanti dalla vendita di biglietti Metrebus  in meri debiti commerciali. E' quanto si apprende dal quotidiano romano "Il Messaggero" ieri in edicola.

Un'operazione che forse alleggerisce la posizione  debitoria di Atac in vista del concordato ma che certo inasprice i toni dello scontro fra Campidoglio da un lato e Regione Lazio (che controlla Cotral) e Trenitalia dall'altro. Sul piatto della bilancia pesano i 60 milioni che Cotral ritiene indebitamente trattenuti da Atac e i 30 milioni di Trenitalia per lo stesso identico motivo.     Con la classificazione a mero debito commerciale Cotral e Trenitalia si ritrovano, loro malgrado, nel recinto dei "semplici" creditori con la prospettiva di veder pesantemente tagliato il credito vantato. Decisione, quella dell'azienda capitolina, contestata sia da Cotral che da Trenitalia che in virtù della convenzione Metrebus, prevedeva la ripartizione dei proventi derivanti dalla vendita dei biglietti.     Nell'accordo infatti  gli introiti erano così ripartiti: per i percorsi urbani 86% ad Atac, 8,5% a Cotral e 5,5% a Trenitalia; per i percorsi extra-cittadini, la ripartizione prevedeva il 38% degli incassi per Atac, il 31% per Cotral e la stessa percentuale per Trenitalia.      Sul piatto ballano 60 milioni di euro ai quali la Regione non ha alcuna intenzione di rinunciare soprattutto perché non li considera crediti, ma denari illegalmente trattenuti da Atac nell'ambito di un accordo di ripartizione degli introiti sui biglietti che la municipalizzata non ha mai rispettato. Il tema è ancora una volta quello del contratto Metrebus, un accordo a tre (Atac, Cotral, Trenitalia) che prevede la vendita di un biglietto unico per il trasporto cittadino e regionale e la divisione degli introiti tra i soci.     Sulle tratte cittadine, la convenzione prevede che gli introiti siano così ripartiti: 86% per Atac, 8,5% per Cotral e 5,5% per Trenitalia. Cambiano le proporzioni sui percorsi extra-cittadini, dove la ripartizione è il 38% degli incassi per Atac, il 31% per Cotral e la stessa percentuale per Trenitalia. Atac, che gestisce la maggioranza delle casse, ha preso per anni senza dividere, così – oltre ai 60 milioni di Cotral – si aggiungono anche i 30 milioni di Trenitalia.      La Regione Lazio, secondo quanto riportato dal quotidiano romano "Il Messaggero", è intenzionata a chiedere un incontro chiarificatore per scongiurare il ricorso al Tribunale. Intanto la compagine guidata dal presidente  Zingaretti  è infatti decisa ad andare avanti sulla realizzazione di una rete di controllo unica e centralizzata delle vendite, la cui gestione sia in capo alla Regione stessa (estromettendo dunque il Comune di Roma), responsabile per legge del trasporto pubblico locale. Il piano, giunto ad una fase avanzata, è quello di dar vita a un'autorità autonoma rispetto alle aziende del trasporto che faccia da arbitro nelle vendite e coordini la ripartizione dei guadagni.

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