Crisi Atac

Roma: Atac, il referendum slitta ad ottobre

Roma: Atac, il referendum slitta ad ottobre

La giunta Raggi ha deciso che il referendum su Atac si svolgerà in autunno e non il 3 giugno come fissato in precedenza. 

Con una decisione repentina il Campidoglio ha comunicato che il referendum sulla messa a gara del servizio di trasporto pubblico, non ci sarà più il 3 giugno come invece stabilito poche settimane fa dalla Sindaca Raggi.     Il Comune di Roma, secondo quanto riportato dagli organi di stampa, ha giustificato lo slittamento ad ottobre adducendo come motivazione la necessità di un tempo più lungo per consentire ai cittadini di formarsi un'opinione più precisa, oltre alla constatazione che per alcuni cittadini (quelli residenti nei municipi III e VIII) nel mese di giugno sarebbero stati chiamati alle urne 3 volte.     Al di là delle motivazioni reali, il dibattito seguito dopo la raccolta delle 30 mila firme da parte dei radicali italiani che ha dato il via all'operzione "Referendum su Atac", dice che l'attuale amministrazione è determinata a mantenere all'interno del perimetro pubblico l'azienda di trasporti a un passo dal fallimento e che qualsiasi altra ipotesi, come la messa a gara del servizio in caso di vittoria dei proponenti il Referendum, contrasta con ltale decisione. Queste, dunque, le motivazioni di fondo.   Del resto la quotidiane disavventure degli utenti alle prese con un servizio da terzo mondo rappresentano oggettivamente un incentivo a voltare pagina con l'azienda di trasporti più indebitata d'Italia. Un rischio che in molti, dentro e fuori la maggioranza comunale, non vogliono correre.      Ma la scelta di allontanare la data del referendum risponde anche, e soprattutto, alla partita più importante che l'azienda sta giocando sul tavolo del Tribunale di Roma: il concordato in continuità (che se concesso spazzerebbe via il Referendum) aspetta ancora la decisione finale dei giudici.  Entro il 30 maggio, infatti, l'azienda dovrà sciogliere i nodi rilevati preliminarmente dal tribunale modificando e integrando parti importanti del piano presentato dal management di Via Prenestina.     Una eventuale bocciatura a pochi giorni dal Referendum non sarebbe stato un buon viatico per i difensori di Atac pubblica.

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