"Too big to fail". Questo il parere della Procura di Roma che ha dato il via libera al concordato in continuità.
Il tanto atteso parere favorevole alla fine è arrivato: la Procura di Roma ha detto sì al concordato preventivo in continuità presentato nei mesi scorsi dall'azienda più indebitata d'Italia. Una scelta obbligata quella del procuratore aggiunto Rodolfo Sabelli e dei sostituti Stefano Fava e Giorgio Orano secondo i quali " è preferibile la continuità aziendale ad un possibile fallimento o all’avvio dell’iter per l’amministrazione controllata dell'azienda". "Too big to fail" riecheggia, dunque, ma questa volta non riguarda una banca. Sul tavolo dei magistrati della Procura di Roma l'Atac ha messo i quasi 12 mila dipendenti, una montagna di debiti ma, soprattutto, la necessità di milioni di romani che senza l'Atac non possono vivere. E se questo è il metro adottato dai giudici appaiono quasi irrilevanti le criticità ancora presenti nel piano rivisto e corretto dai vertici di Via Prenestina. Non ci sono garanzie sulla fattibilità del piano, in particolare per quanto i valori di stima dei beni di Atac, ma è il caso di dire "ubi maior minor cessat".