Nonostante i 98 milioni messi a garanzia dal Campidoglio il bando di gara per la fornitura di 320 bus è andato deserto
Tutto terribilmente complicato per l'azienda capitolina di trasporti pubblici. E' notizia di oggi che la gara indetta per l'acquisto di 320 nuovi bus è andata deserta. Non si è presentato nessuno. Il fatto è che l'Atac ha disperatamente bisogno di "rimpolpare" la decadente flotta se non vuole chiudere definitivamente i battenti. Alla scadenza per le ore 13 di ieri, fissata nel bando pubblicato il 23 maggio scorso per la presentazione delle proposte, non ha risposto nessuno. Secondo le indiscrezioni fatte filtrare, ai piani alti di Via Prenestina erano certi che sarebbero giunte almeno un paio di offerte. Sfortunatamente per i romani non è andata così. Delusione cocente nonostante i 98 milioni di euro messi sul piatto direttamente dal Campidoglio, che aveva sfruttato la sua controllata solo come stazione appaltante. A questo punto, preclusa la via del bando di gara, Atac si deve affidare alla trattativa diretta con le aziende costruttrici: strada che a fronte di una situazione debitoria spaventosa e con una richiesta di concordato ancora pendente rischia di far alzare di molto il prezzo degli autobus da acquistare. Dalle parti del Campidoglio, però, si confida nell'aiuto del governo amico. Il ricambio dei veicoli è uno dei pilastri del piano di salvataggio. I primi 278 bus avrebbero dovuto arrivare nei depositi già da maggio 2019, il piano industriale ne prevede altri 370 nel 2020 e 97 nel 2021. I nuovi mezzi sono essenziali per incrementare i chilometri, la produttività e tutto il resto. La cabina di regia per i mali della capitale che in queste ore si sta allestendo assomiglia sempre più alla Compagnia C del 2º Battaglione Ranger guidata dal capitano John Miller: questa volta non si deve salvare il "Soldato Ryan" ma l'esperienza di governo e il trasporto pubblico della capitale a trazione 5 Stelle.