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Roma: chiuse indagini sulla metro C, in 25 rischiano il processo

Roma: chiuse indagini sulla metro C, in 25 rischiano il processo

Chiuse le indagini relative ai lavori della metro C. In 25 rischiano il processo

La Procura di Roma ha chiuso le indagini relative ai lavori legati alla Metro C di Roma. In 25 rischiano di finire sotto processo per i reati che vanno dalla truffa (per 320 milioni) alla corruzione e al falso. E' quello che emerge dalla lettura dei quotidiani ggi in edicola.   A rischiare il tribunale sono l'ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, l'ex assessore alla Mobilità Antonello Aurigemma (giunta Alemanno), l'ex assessore alla Mobilita' Guido Improta (giunta Marino), l'ex dirigente del ministero delle Infrastrutture Ercole Incalza e dirigenti di Roma Metropolitane e Metro C all'epoca dei fatti.   Per l'ex Sindaco di Roma Gianni Alemanno e per l'ex assessore alla mobilità i pm contestano i reati di falso materiale e falso ideologico e truffa aggravata.   Secondo i pm, il primo cittadino e il responsabile della mobilità avrebbero attestato falsamente l'avvenuta pronuncia favorevole da parte dell'avvocatura del Comune di Roma chiamata ad esprimersi sulla documentazione relativa alle riserve sollevate sui costi dei lavori. Circostanza smentita dalle indagini condotte dai magistrati. Per i magistrati inoltre, al reato ha partecipato attivamente anche Ercole Incalza, incaricato dal ministero delle infrastrutture, finito spesso nell'occhio del ciclone e oggetto di numerose indagini.   Immediata la risposta dell'ex Sindaco che alle agenzie di stampa ha consegnato la replica: "Le accuse che vengono ipotizzate nei miei confronti nell'ambito dell'inchiesta sulla Metro C – ha dichiarato Alemanno –  sono prive di fondamento, perché confondono le responsabilità amministrative con quelle politiche".  E ancora: "L'accusa di aver firmato, come capo dell'Amministrazione capitolina, una lettera predisposta dalle strutture tecniche dell'Assessorato alla Mobilità e del Ministero delle Infrastrutture. Il contenuto di quella lettera, che gli inquirenti ritengono non rispondente alla realtà, era una valutazione tecnica su alcune varianti su cui non potevo non affidarmi all'istruttoria preparata dai tecnici. Basare su questo l'ipotesi di un mio concorso in una truffa è contrario a tutti i principi della pubblica amministrazione che separa nettamente l'indirizzo politico dall'azione amministrativa. Ho chiesto di essere interrogato dai magistrati per chiarire queste circostanze e chiedere il proscioglimento da un'indagine che non mi riguarda".

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