A Milano dal 27 al 29 settembre a Palazzo Lombardia

e_mob 2018: va in scena la mobilità elettrica

e_mob 2018: va in scena la mobilità elettrica

A fine settembre appuntamento con “e_mob” è il più importante evento in Italia legato ai temi della mobilità elettrica, promosso da Enti locali, Aziende e Istituzioni col fine di diffondere, sul territorio nazionale, la cultura di un sistema ambientale sostenibile. 

Ideare azioni concrete per rendere la mobilità a basso impatto ambientale più appetibile e più diffusa. Questo l’obiettivo di e_mob, la Conferenza Nazionale della Mobilità Elettrica in programma a Palazzo Lombardia di Milano dal 27 al 29 settembre 2018.    Un’ambizione non fine a se stessa, ma voluta per rendere più sostenibile il comparto dei trasporti, settore che contribuisce ai cambiamenti climatici con le emissioni di gas serra e al degrado della salute pubblica con il rilascio di inquinanti in atmosfera.   A evidenziare le problematiche ambientali e l’opportunità offerta dalla mobilità elettrica sono diverse ricerche che verranno svelate alla rassegna milanese da Cei-Cives, Cobat, RSE e Utilitalia del quale vi forniamo qualche anticipazione. Con la prima riguardante le immatricolazioni in Italia di auto a batterie, statistiche che evidenziano l’arretratezza del nostro Paese nel settore e rendono ancora più urgenti l’avvio di iniziative per favorire la conversione verso i modello a zero emissioni.   Con l’elettrico è un altro “clima” In tema di cambiamenti climatici l’obiettivo fissato dall’Unione Europea con l’Accordo di Parigi è di ridurre entro il 2030 le emissioni di gas serra del 40% rispetto al 1990 per mantenere il surriscaldamento globale entro 1,5-2 gradi centigradi nei confronti dell’era pre-industriale.   Un traguardo al quale il settore trasporti italiano potrebbe contribuire con un taglio del 35,3% delle emissioni di CO2 con una serie di soluzioni, compresa la conversione elettrica del parco veicoli. A rendere evidente i possibili vantaggi della diffusione di veicoli elettrici è il grafico con riportate le emissioni equivalenti di CO2 per ogni tecnologia calcolate in base al sistema WTW (well to whell, dal pozzo alla ruota), ossia comprensiva non solo delle emissioni di scarico, ma pure di quelle rilasciate durante l’intero ciclo produttivo del carburante, dall’estrazione, alla trasformazione e al trasporto.   Liberare le città dagli inquinanti Più rilevante il contributo della mobilità elettrica nel miglioramento della qualità dell’aria delle nostre città. Secondo ricerche citate da Utilitalia il traffico urbano è tra le principali cause di inquinamento atmosferico con la mobilità privata a contribuire per il 50% delle emissioni di NO2 (biossido di azoto) e per il 13% di quelle di PM2.5 (particolato fine). Con l’esito che molte delle nostre città sono fuorilegge per concentrazioni di elementi nocivi come rimarca il Rapporto Mal’Aria 2018 di Legambiente: in 39 capoluoghi di provincia si sono registrati superamenti del limite europeo di 35 giorni oltre la soglia 50 microgrammi/metro cubo di concentrazione di polveri sottili. E il rilevamento per gli altri inquinanti non è molto più confortante per la salute pubblica.   Lo conferma pure lo studio dell’Agenzia Europea dell’Ambiente che vede l’Italia detenere il primato europeo dei decessi prematuri dovuti all’inquinamento atmosferico con oltre 80mila casi/anno. Un contesto nel quale sostituire l’attuale parco circolante, composto per oltre il 90% da veicoli a benzina e diesel (dei quali oltre 9 milioni di veicoli Euro 0, Euro 1 ed Euro 2, e oltre 6 milioni di Euro 3), con modelli a batterie potrebbe fornire un contributo rilevante al miglioramento della qualità dell’aria come dimostra il grafico che riportiamo.   La seconda vita delle batterie Con la diffusione delle auto elettriche a destare preoccupazione ambientale è l’elevato numero di batterie da smaltire a fine vita. Un problema che Cobat vuole tramutare in opportunità creando un percorso virtuoso di economia circolare. Le strade previste a fine vita delle batterie sono due: il riciclo e il riuso. Sul primo fronte Cobat sta lavorando con il Consiglio Nazionale delle Ricerche per individuare una tecnologia ambientalmente ed economicamente sostenibile per il riciclo le batterie al litio. Aggiornamenti sugli studi in corso, che dovrebbero concludersi entro la fine del 2018, saranno svelati a e_mob, dove si parlerà pure della possibilità di allungare la vita delle batterie.   Un progetto condotto con Enel e Class Onlus e con il supporto di CNR e Politecnico di Milano, per riutilizzare gli accumulatori che, pur avendo ormai una capacità di carica troppo bassa per alimentare un’automobile, possono essere ripristinati e riassemblati in pacchi per lo stoccaggio di energia da fonti rinnovabili.   Una strategia che può divenire un’opportunità visto che secondo Avicenne Energy nel 2025 in Italia sarà disponibile un quantitativo di batterie tali da coprire una potenza di 50 MWh con un trend di 150 MWh per il 2030.

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