Salvataggio Atac

Atac: i creditori hanno detto sì

Atac: i creditori hanno detto sì

L'esercito di creditori dell'azienda municipalizzata capitolina ha detto sì al piano di salvataggio. 

Si è concluso ieri il voto dei creditori di Atac, azienda del trasporto pubblico di Roma, sulla proposta di concordato preventivo e il Presidente Paolo Simioni, nel corso della conferenza stampa convocata dall'azienda, esprime tutta la sua soddisfazione per un'operazione, ritenuta "impossible": «Ero certo – dice Simioni ai giornalisti accorsi – della solidità del Piano presentato a gennaio 2018, riconosciuta via via da tutti gli organi della Procedura. La mia valutazione è che Atac che è finalmente riuscita a riacquistare la fiducia di creditori e fornitori, e oggi, insieme ai 12mila dipendenti e 2.150 creditori/fornitori, può guardare con fiducia al futuro».   Il dato è che l'assemblea dei creditori ha approvato ad ampia maggioranza la manovra concordataria presentata dall'attuale management di Via Prenestina. Scongiurata la bancarotta inizia ora il duro lavoro per trasformare in fatti le misure inserite nel piano di rilancio dell'azienda.   La montagna da scalare mette i brividi: 1,4 miliardi di debiti (di cui 516,8 milioni con il socio unico Roma Capitale, che nel piano sarà postergato, cioè rimborsato dopo tutti gli altri creditori). Paolo Simioni però non si scompone e rassicura tutti i creditori: "La proposta di pagamento del debito è fondata su ipotesi realistiche, si sviluppa in maniera sostenibile e coerente. Ma come sempre sono i risultati concreti ad offrire la migliore garanzia circa la reale tenuta dei titoli SFP e per questo basta dare un'occhiata ai risultati dell'azienda nel 2018, primo anno del Piano". E aggiunge: "Il preconsuntivo 2018 presenta un Mol di oltre 70 milioni di euro, sopra le attese e tale da coprire, già nel primo anno di piano, gli ammortamenti, avviandoci verso il primo risultato utile nella storia di Atac".   Insomma, il numero uno di Atac sottolinea che la rotta è stata finalmente invertita. Certo, tutto dipende dal recupero di produttività dell'azienda che, tradotto, significa dotare l'azienda di nuovi autobus necessari come l'aria. E sul punto dichiara: "Come da Piano, nel 2019 è previsto il progressivo inserimento di 227 nuovi bus, che accompagneremo con il noleggio di un centinaio di altri mezzi e il ripristino di minibus elettrici in revamping. A fine anno circoleranno 350 mezzi nuovi rispetto agli attuali, il 20% della flotta circolante. Altrettanti ne arriveranno tra 2020 e 2021".   Infine, la caccia ai responsabili dello "sfascio". Su questo punto Simioni non fa sconti. Conferma che intende proseguire l'istruttoria avviata per la valutazione delle condotte potenzialmente rilevanti ai fini delle azioni di responsabilità e che l'Atac ha inoltrato ai soggetti individuati formale contestazione a fini interruttivi della prescrizione.

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