Anche oltre oceano c'è una questione "Tav" che agita la politica. E' notizia di questi giorni la decisione dell'amministrazione Trump di cancellare il trasferimento di 929 milioni di dollari di contributi federali per la costruzione della ferrovia ad alta velocità destinata a collegare Los Angeles a San Francisco.   Secondo quanto riportato da diversi organi di stampa la Casa Bianca, inoltre,  avrebbe anche dato mandato ad un pool di avvocati di "recuperare" 2,5 miliardi di dollari già erogati per la costruzione dell'opera.   Opinione diffusa fra tutti i maggiori commentatori esperti di vicende americane, è che la disputa sarebbe legata, a differenza della beghe nostrane, a una ritorsione del Presidente Trump nei confronti dello stato Californiano contrario alla costruzione del muro con il confinante Messico.   Niente analisi costi-benefici, niente problematiche di tipo ambientale ma solo ed esclusivamente un braccio di ferro con il riottoso stato a guida democratica.   Per ora l'effetto prodotto è la dichiarazione da parte del neo governatore californiano Gavin Newsom che ha confermato il ridimensionamento del progetto: la prosecuzione dei lavori riguarderà solamente il tratto  tra Bakersfield e Merced, due città di medie dimensioni nella Central Valley.