Nell’intervista al “Corriere della Sera” oggi in edicola il numero uno di Atm e presidente di Agens, l’Agenzia Confederale dei Trasporti e Servizi, rispedisce al mittente le critiche piovute sul tpl e imputa alla mancata pianificazione degli orari la crisi del trasporto nelle ore di punta
“Andavano cambiati gli orari delle città. Non si possono usare i bus turistici per le reti urbane. Nessuno capisce che il sistema del trasporto non è un super-mercato in cui compri un bus e duplichi le corse” Esordisce così il numero uno di Atm Milano e presidente dell’Agenzia Confederale dei Trasporti e Servizi nell’intervista concessa al quotidiano “Il Corriere della Sera” oggi in edicola.
E un elenco di punti che riassumono quello che andava fatto per tempo e le cose che il Tpl non può fare ( e non per cattiva volontà) nel bel mezzo della seconda ondata Covid.
Per prima cosa il presidente di Agens lamenta il mancato coinvolgimento delle aziende Tpl dai tavoli in cui si dovevano pensare e programmare gli interventi in previsione della rispresa di settembre.
"È inaccettabile – dichiara al giornale – che oggi, dopo mesi in cui abbiamo ripetuto che il trasporto pubblico poteva diventare il collo di bottiglia se non fossero stati riprogrammati gli orari della città, delle scuole, degli uffici, ci si venga a dire che si chiudono scuole e attività produttive perché i trasporti si sono fatti trovare impreparati".
Per Giana il “peccato originale” è non aver capito che oltre un certo limite il Tpl non è espandibile. “Bisogna mettersi in testa – ribadisce con nettezza – che in questa situazione di emergenza, il trasporto pubblico non è la variabile ma la costante data intorno a cui deve girare correttamente il resto”. E aggiunge: «Nessuno capisce che il sistema del trasporto non è una cosa per cui vai al supermercato e compri un treno o un bus e quindi duplichi, triplichi le corse. Negli orari di punta la metro e i treni regionali sono già al massimo della capacità sostenibile dagli impianti di segnalamento. Poi ci sono quelli che dicono di mettere i treni inutilizzati dell'alta velocità di Italo sulle tratte regionali… Non ci sono gli slot e le condizioni tecniche di sicurezza per poterlo fare».
Anche per chi invoca l’utilizzo dei bus turistici il numero uno di Atm ha la risposta: “Non è possibile – spiega – utilizzarli per le reti urbane. Non hanno sistemi di sicurezza, non sono agganciati al sistema di controllo, di tracciamento, di comunicazione. Sarebbero degli autobus fantasma in giro per la città che nessuno può controllare. I bus aggiuntivi noi li abbiamo utilizzati dove si poteva, cioè per potenziare le corse scolastiche sulle linee extraurbane”. Infine la risposta alle critiche piovute sul coefficiente di riempimento delle vetture all’80% reclamato a gra voce da tutte le aziende Tpl. Dice Giana: “Il Comitato tecnico scientifico ha validato l'80% perché rispondeva alla domanda potenziale di trasporto tenuto conto della ripresa della scuola e del lavoro ed era accettabile come rischio. Se oggi il Cts ritiene che quell'80% va ridiscusso, lo facesse. Non è stato certo il ministero dei Trasporti a decidere le soglie in maniera indipendente. Comunque la percentuale dell'80% non è mai stata superata e al di fuori degli orari di punta i nostri mezzi sono vuoti. Ecco perché il tema è quello degli scaglionamenti”.