In migliaia i cittadini in “fila” davanti al sito del ministero dell’ambiente per richiedere il bonus bici. La dotazione iniziale polverizzata in poche ore.
Si potrebbe ironizzare a lungo sulla capacità organizzative della Pubblica Amministrazione nel far fronte a situazioni largamente attese e con precedenti infausti. La coazione a ripetere sempre gli stessi errori e l’incapacità di mettere in atto efficaci contromisure non rientrano, purtroppo, nel campo delle possibilità ma in quello delle certezze.
Si potrebbe infine scomodare, come attenuante, la matrice antropologica (e il discorso finirebbe lì) , ma tale semplificazione risulterebbe consolatoria e auto assolutoria.
In attesa di una teoria in grado di spiegare “la costante italiana”, l’alternativa che resta è quella di ricamare racconti, andare a caccia di testimonianze di cittadini inviperiti nella vana ricerca dei “colpevoli” oppure limitarsi alla fredda cronaca.
Clickmobility preferisce questa seconda opzione.
Anche perché la spiegazione è davvero facile: il paese sconta un ritardo infrastrutturale (non solo ponti e strade) clamoroso e questi “eventi” di massa non fanno che confermarlo. E per porre rimedio basterebbe, forse, investire più risorse nel tentativo di recuperare il terreno perduto.
Se un appunto ci è concesso (e in verità in coabitazione con altre e più illustri voci) ci sentiamo di dire che quello del click day “è una boiata pazzesca”.
Nel merito, le cronache più informate ci dicono che dopo poche ore era esaurita la dotazione di 215 milioni di risorse del “Programma sperimentale buono mobilità” per l’anno 2020, e che il ministro dell'ambiente Costa ha fatto sapere che si impegnerà a trovare le risorse necessarie per accontentare tutti quelli che ne avevano diritto e che non hanno pescato, al primo colpo, il biglietto vincente.