Restano ancora irrisolti i nodi del trasporto pubblico in vista della riapertura delle scuole. Tutto è rinviato alla capacità dei tavoli di coordinamento fra Mit,Enti Locali e Prefetti di trovare la soluzione.
Tutti insieme appassionatamente, ma rigorosamente in ordine sparso. Sulla riapertura delle scuole si potrebbe effettivamente girare il remake del famoso film del 1965 con questa volta, al posto dell’atmosfera distesa e bucolica, una moltitudine di esperti e “responsabili” rissosa e inconcludente. La data del 7 gennaio, fissata dall’ultimo DPCM, anziché convincere le varie parti in causa a trovare una soluzione in grado di contemperare la necessaria ripresa delle attività scolastiche in presenza con un sistema dei trasporti sufficiente e in sicurezza, sta causando il solito “tutti contro tutti”.
Sulla data di ripresa delle attività per il momento regna l’incertezza. Si vedrà. Per il momento gli strumenti indicati dal governo per cercare di sciogliere i nodi intricati risultano essere i vari tavoli di coordinamento fra le parti in causa: Mit, Enti locali e Prefetti.
Per il Tpl, su cui grava la “responsabilità” della ripresa delle attività scolastiche, occorre fare riferimento alle dichiarazioni di Andrea Gibelli raccolte dal quotidiano “Il Sole 24 Ore”, oggi in edicola.
Il Presidente di Asstra e numero uno di FNM anche in questa occasione ha ribadito la posizione più volte espressa dall’Associazione che riunisce gli operatori del settore. Dice Gibelli: “Questa pandemia, ed è la prima criticità, ci spinge a ripensare tutto ciò che sta a monte del tpl. Serve più smart working e una ferrea organizzazione della scuola per fasce orarie precise, in modo tale da distribuire nel tempo la capacità dei mezzi, che non sono infiniti”. Il Presidente di Asstra ribadisce inoltre che il ricorso ai bus turistici è una risposta parziale e non risolve il problema dei trasporti in città: “l'aggiunta di bus turistici è un terzo fattore che può essere adottato in provincia. Nelle grandi città la situazione è più difficile”.
Il punto più critico, sottolinea Gibelli rimane la necessità di una diversa riorganizzazione dei turni per le scuole: “Le aziende di trasporto – dichiara – punteranno, ove possibile, a potenziare l'offerta con mezzi aggiuntivi. Ma non è sufficiente. La scuola, se può cambiare, cambi gli orari d'ingresso”. L’attesa è tutta rivolta alla capacità dei tavoli di coordinamento di trovare le soluzioni possibili con, in primis, l’adeguamento degli orari scolastici alle capacità di risposta delle aziende di trasporto. Aggiunge Gibelli: “Rispetto a settembre, (con la capienza dei mezzi pubblici era all'80%) la capacità di carico è ridotta al 50% e il rischio assembramenti è maggiore. Per questo chiediamo un maggior scaglionamento degli orari d'ingresso nelle scuole per evitare situazioni di crisi e ai Prefetti di orientare le scelte scolastiche in maniera molto precisa. La scuola, se può cambiare, cambi gli orari d'ingresso”.