Uno studio dell’Università di Genova conferma che con la mascherina indossata i mezzi pubblici sono sicuri
Sono stati presentati ieri alla stampa i risultati della ricerca condotta dall’Università di Genova sui mezzi pubblici AMT Genova “Modello di simulazione a supporto delle strategie di protezione dal COVID-19: applicazioni al trasporto pubblico urbano”.
Nell’ambito della collaborazione sottoscritta dall’Università e dall’azienda di trasporti AMT, i ricercatori dell’ateneo hanno condotto uno studio sul tema della diffusione del contagio Covid a bordo dei mezzi pubblici. Un tema di grande attualità che innesca discussioni e timori fra gli utenti del Tpl.
La ricerca multidisciplinare, che ha visto la partecipazione di ricercatori medici, chimici e ingegneri, attraverso la realizzazione di simulazioni in differenti condizioni di servizio ha esaminato le probabilità di contagio in ambienti chiusi.
Com’è noto la trasmissione del virus COVID-19 da persona avviene prevalentemente attraverso le goccioline emesse dal paziente infetto mentre respira, parla, emette di colpi di tosse o starnutisce. La possibile distanza raggiunta da queste goccioline, droplet, dipende dalle dimensioni delle stesse, dalle condizioni di aerazione dell’ambiente e dall’adozione di misure protettive individuali, in particolare le maschere che coprono naso e bocca. Le particelle più piccole persistono nell’aria per periodi di tempo maggiori e la ventilazione dell’ambiente, indotta da sistemi di aria condizionata o di aereazione, ne può influenzare la distribuzione negli ambienti.
Il lavoro di ricerca del gruppo dell’Università di Genova ha tenuto in considerazione diversi aspetti nel simulare vari scenari di utilizzo dei mezzi di trasporto pubblico come il tipo di autobus utilizzato e le effettive condizioni del sistema di condizionamento e di apertura dei finestrini, per garantire la massima affidabilità del modello nel prevedere la distribuzione del flusso d’aria e quindi il potenziale rischio di contagio in presenza di un passeggero infetto.
Il risultato? Gli autobus sono sicuri
Tutte le analisi hanno confermato che, anche in caso di permanenza di 30 minuti sul mezzo, in presenza di un soggetto infetto, il rischio di contrarre infezione da parte degli occupanti è basso nel caso in cui tutti, ovvero il passeggero infetto e i potenziali passeggeri a rischio, indossino correttamente la mascherina, anche solo di tipo chirurgico. Tale margine di sicurezza si riduce se il soggetto positivo non indossa la mascherina e cresce ulteriormente qualora nemmeno gli altri passeggeri indossino la protezione.
Tramite i risultati delle simulazioni è possibile quantificare la probabilità di contagio e quindi stimare il numero di contagi aggiuntivi, associato all’uso del mezzo pubblico, ogni 100.000 persone. Per la serie di simulazioni effettuate su una casistica di situazioni associate all’uso del mezzo, si sono stimati un numero aggiuntivo di contagi ogni 100.000 utenti che va da 4 a 17.
Un risultato tranquillizzante per gli utenti del trasporto pubblico, corroborato da un analogo studio, effettuato con un approccio statistico tramite tracciamenti reali, pubblicato recentemente sulla rivista Nature.
(fonte: www.life.unige.it)