Il numero uno di Anav plaude alla posizione del ministro Cingolani sulla transizione energetica nel trasporto passeggeri
“La transizione energetica nel trasporto passeggeri con autobus non può che essere un processo graduale ed adeguato alle specificità dei singoli comparti, bene quindi le recenti dichiarazioni del Ministro Cingolani, che mettono in guardia da misure troppo rapide che rischiano di creare grossi problemi alla società, ai lavoratori, alle classi più vulnerabili e alle piccole e medie imprese”. Questa la posizione di Giuseppe Vinella, presidente di ANAV, l’associazione di Confindustria che rappresenta tutti i comparti del trasporto con autobus.
“E’ un discorso realistico – sottolinea Vinella – che condividiamo pienamente e che sosteniamo da tempo quello fatto dal Ministro Cingolani, a margine del convegno di Genova sul PNRR. Il Ministro ha sollevato il tema della convenienza dei veicoli elettrici, che impone una riflessione su tempi e strumenti da utilizzare per maturare il passaggio energetico, soprattutto nell’attuale contesto che vede un’impennata del costo dell’energia dagli effetti dirompenti. Come imprenditori siamo a favore del rinnovamento e di una svolta sostenibile per i trasporti, ma occorre tener conto di costi, risorse e tecnologie disponibili che devono essere accessibili ed adeguate alle specificità dei diversi comparti del trasporto con autobus”.
“Il passaggio dal gasolio ad altre alimentazioni di minor impatto ambientale – prosegue Vinella – non può che essere graduale visti i costi e la necessità di attendere, soprattutto per il trasporto su medie-lunghe distanze, lo sviluppo di adeguate tecnologie alternative. E’ un processo che va accompagnato con misure di sostegno alle imprese che hanno investito nell’utilizzo di veicoli con alimentazione a gasolio di ultima generazione e che si trovano oggi dinanzi ad un trend costante di crescita del costo del carburante”.
Il Presidente di ANAV sottolinea che “secondo i dati Unem il prezzo del gasolio ha registrato nel 2021 un incremento di circa il 28% rispetto all’anno precedente, parliamo di maggiori costi a carico del settore per oltre 140 milioni di euro. Un’enormità se si considera anche che l’Italia ha il più elevato livello di accise in Europa e che non tutti i comparti hanno accesso alla riduzione prevista per il gasolio commerciale. Nella difficile situazione attuale, con una domanda di servizi già debolissima a causa delle limitazioni imposte dalla pandemia e dopo due anni di crisi profonda del settore, chiediamo interventi urgenti per contenere l’impatto sulle imprese dell’incremento del prezzo del gasolio quantomeno per i veicoli di ultima generazione di classe ambientale euro V e VI”.
Vinella evidenzia infine che il gasolio rappresenta per le imprese la seconda voce di costo dopo quella per il personale, che incide direttamente e in misura sensibile sul prezzo del servizio, con ricadute immediate su una domanda ancor oggi incerta per la quale per il primo trimestre 2022 si stimano già perdite nell’ordine di oltre il 50% rispetto al 2019.