Terza edizione per Next Generation Mobility che torna a Torino con la Conferenza Nazionale sulla Urban e Advanced Air Mobility, unico appuntamento dedicato in Italia a questi nuovi ambiti della mobilità aerea.
La AAM, creata dalla NASA, é “un sistema di trasporto aereo in grado di spostare persone e merci tra luoghi isolati o scarsamente serviti dall’aviazione – a livello locale, regionale, intraregionale e urbano – utilizzando nuovi e rivoluzionari tipi di velivoli che solo ora stanno diventando possibili”.
Quest’anno la Conferenza Nazionale ha deciso di approfondire il ruolo del trasporto merci, tema cruciale poiché dovrà integrarsi anche con quello della mobilità delle persone. “La questione è stata analizzata finora nei piani urbani della mobilità sostenibile all’interno di uno spazio bidimensionale ma quali prospettive e sfide si aprono per il settore e per i regolatori pubblici locali di fronte ad un nuovo modello innovativo che vede la terza dimensione della mobilità, quella aerea, come frontiera dello sviluppo delle nostre città?” si chiede Massimo Marciani, Presidente del Freight Leaders Council
Nel corso della mattina della prima giornata di Next Generation Mobility verranno esaminati gli scenari di mercato, con l’importante intervento di Paola Olivares, direttrice dell’Osservatorio Droni del Politecnico di Milano che si soffermerà anche sull’accettabilità sociale, sugli aspetti normativi e tecnologici dell’AAM e dello Urban Air Mobility cargo.
A livello internazionale la tendenza è in atto da tempo. Aziende di servizi aerei, soprattutto negli Stati Uniti, ma anche in Africa e nel Nord-Europa, da prima della pandemia offrono la consegna urgente di medicinali e altri prodotti di emergenza. Il settore è ormai sufficientemente evoluto da vedere le prime esperienze relative a consegne refrigerate a basse temperature, dai vaccini al sangue, sino agli organi per trapianto.
Ora però l’interesse delle aziende logistiche per i nuovi mezzi aerei si sta spostando su altri segmenti. Negli Stati Uniti giù un anno fa UPS ha ordinato 10 esemplari del velivolo a decollo e atterraggio verticale a propulsione elettrica (eVTOL) di Beta Technologies. I velivoli, operativi dal 2024, avranno un carico utile di 635 kg su tratte di 450 km e saranno destinati a consegne urgenti in mercati di piccole e medie dimensioni, che oggi sono serviti da piccoli aerei. Gli atterraggi e i decolli avverranno direttamente dai magazzini UPS.
DHL invece pensa a rotte più lunghe, maggior carico e all’utilizzo degli aeroporti. Ha così ordinato 12 Alice, l’eCargo della Evation di Seattle. Con 1200 kg di carico e 800 chilometri di autonomia, gli Alice di DHL saranno operativi sui cieli della California a partire dal 2024. L’obiettivo è sostituire gli attuali aerei a combustione interna su quelle tratte con velivoli a emissioni zero. Un bonus darà anche la riduzione del rumore in decollo e atterraggio, un problema particolarmente sentito in una terra di aeroporti in gran numero e vicini ai centri abitati.
In Italia l’ambito di applicazione che emerge sembra essere quello del “secondo miglio”, ossia delle tratte tra centri logistici di primo livello, quelli, per intenderci, da cui partono poi le consegne. Per ora si parla di carichi sino a 100 kg e tratte di poche decine di chilometri, sempre comunque un ordine di grandezza di quelli rubricati nella air delivery. Poste ha appena concluso una sperimentazione in tal senso, e ora si attende una la fase 2. Interessante il fatto che il drone utilizzato è di produzione italiana.
Torino è da diversi anni il centro della maggior parte delle sperimentazioni in ambito UAM e AAM in Italia. Ne tratterà il prof. Giorgio Guglieri, del Politecnico di Torino.
La Conferenza Nazionale vedrà anche la presentazione della normativa e degli sviluppi operativi in Italia, della situazione internazionale su specifici sviluppi di velivoli italiani nel settore.