La sesta sezione del Consiglio di Stato ha respinto il ricorso dell’AGCM contro l’affidamento in house dell’azienda di trasporto capitolina deciso dalla giunta Raggi.
La sesta sezione del Consiglio di Stato ha respinto il ricorso al Tar contro Roma Capitale con cui l’Agcm (Autorità garante di concorrenza e mercato) contestava la correttezza del Comune nella proroga dell’affidamento in house del servizio di trasporto, deciso dalla giunta Raggi nel 2018, per sostenere il concordato preventivo. Il verdetto ora «pesa» sul ricorso, sempre Agcm, contro il rinnovo dell’affidamento ad Atac deciso da Gualtieri.
La pronuncia della Corte rappresenta un campanello dall’arme per l’Autority dal momento che poche settimane fa l’AGCM ha presentato un nuovo ricorso contro l’affidamento in house di ATAC deciso, questa volta, dalla giunta guidata dal Sindaco Gualtieri.
Secondo il Consiglio di Stato gli elementi contestati dall’Agcm – cioè la mancanza di un vero «controllo analogo» su Atac da parte del Comune e l’eccesso di «potere per sviamento», in quanto l’amministrazione avrebbe utilizzato «strumenti normativi leciti per il perseguimento di finalità estranee all’interesse pubblico generale» – non sono stati ritenuti fondati.
Per i giudici di Palazzo Spada le motivazioni dell’affidamento in house deciso dalla giunta Raggi rispondono ai criteri di «tutela dell’integrità finanziaria di Roma Capitale», con forti debiti nei confronti di Atac, «alla salvaguardia degli asset aziendali», altrimenti a rischio, «alla garanzia dei posti di lavoro e la continuità del trasporto pubblico» nella città.
Qui la sentenza del Consiglio di Stato