Tpl e accessibilità

Accordo per migliorare l’accessibilità dei mezzi pubblici di Roma

Accordo per migliorare l’accessibilità dei mezzi pubblici di Roma

Il protocollo punta a completare un lavoro già avviato per l'abbattimento delle barriere architettoniche sui mezzi pubblici.

ROMA – Accessibilità per i disabili in tutti i luoghi pubblici, piena possibilità – per i disabili e gli anziani con problemi cognitivi e motori – di servirsi della metropolitana e degli autobus, informazioni sulla mobilità estese ai disabili con avvisi vocali e percorsi tattili, aree sosta a misura di chi vive quotidianamente difficoltà fisiche e psichiche. E, per centrare al meglio questi obiettivi, un “tavolo permanente di consultazione” tra i firmatari. Sono le finalità e i contenuti dell’intesa siglata in Campidoglio da Roma Capitale, Atac, Agenzia per la Mobilità e dalle associazioni dei disabili FAND (Federazione tra le Associazioni di Roma e Provincia delle Persone con Disabilità), FISH Lazio (Federazione Italiana Regionale per il Superamento dell’Handicap), ADV onlus (Associazione Disabili Visivi), ANGLAT (Federazione tra le Associazioni Provinciali delle Persone con Disabilità) e UICI Roma (Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, sezione provinciale di Roma).   Questi i passi già fatti rispetto all'accessibilità dei mezzi della capitale: Sulla linea A viaggiano già 46 treni attrezzati per il trasporto di sedie a rotelle, con avvisatore acustico di fermata e apertura-chiusura delle porte in totale automatismo e sicurezza, sulla linea B 39 convogli.   E' stato eliminato il rischio caduta negli spazi tra i vagoni: sulla B ci sono barriere protettive in gomma, sulla A i treni sono nuovi e privi di “aria” tra un vagone e l’altro. A misura di disabile sono ormai le stazioni: percorsi e mappe tattili per nonvedenti e ipovedenti in 11 fermate della linea A e in quelle della B, altre 15 sulla A con avviso di pericolo e arresto lungo la banchina.   Gli ascensori della metro sono dotati di pulsantiera in Braille e annunci vocali in italiano e inglese, e i montascale dove non c’è l’ascensore. Il nodo Termini è stato interamente rifatto secondo criteri di accessibilità e sicurezza.      Questi i nuovi interventi previsti dall’intesa:   – Realizzazione, entro tre anni, dei percorsi tattili con mappe a rilievo nelle 15 stazioni della metro A che attualmente ne sono sprovviste;   – Costruzione di analoghi percorsi agli accessi esterni;   – Nuove mappe tattili – sempre alle fermate della metropolitana – sui percorsi interni delle stazioni, più ampie e dettagliate;   – Indicazioni in Braille sui mancorrenti delle scale con la direzione verso cui si sta andando;   – Indicazione, sul percorso tattile in banchina, della prima porta d’accesso alla prima carrozza: un sistema efficace per facilitare ai non vedenti l’entrata nel vagone (il macchinista, dal suo canto, dovrà fermarsi in uno specifico punto della banchina);   – Costruzione degli ascensori nelle stazioni che attualmente ne sono prive, naturalmente con indicazioni in Braille;   – Installazione, in tutti gli ascensori vecchi e nuovi, dell’avvisatore vocale che annuncia il piano nella cabina;   – Completamento degli impianti di avviso fermata (e di eventuale variazione di percorso) in tutte le vetture metro, realizzazione progressiva – in tutte le stazioni – dell’annuncio del tempo di attesa del prossimo treno (accoppiato al sistema di annuncio visivo per i sordi).       – Adeguamento dell’illuminazione in tutte le stazioni metro, con “intensità e diffusione” tali “da facilitare la visione degli ipovedenti”;   – Obbligo di privilegiare, nell’acquisto di nuovi treni, il requisito della “migliore fruibilità” da parte dei disabili, affidando al tavolo di consultazione con le associazioni firmatarie il compito di vagliare le caratteristiche tecniche da inserire nei capitolati. Stesso metodo – esame preliminare da parte dell’organismo di consultazione – per qualsiasi lavoro di rifacimento delle vecchie stazioni e di costruzione di nuove strutture. Obiettivo, recepire nei progetti le eventuali osservazioni dei diretti interessati (purché compatibili, ovviamente, con le normative vigenti).       Venendo agli autobus, l’approccio è lo stesso: portare a compimento il lavoro già avviato, estendendo le migliorie apportate a tutto il parco mezzi. Attualmente il 73% dei bus è equipaggiato con pedana mobile per le sedie a rotelle e spazio dedicato all’interno, quasi il 68% dei tram ha il pianale di salita-discesa a livello banchina e l’area interna per le carrozzelle. Tutte le nuove banchine di fermata – e quelle in ristrutturazione – hanno scivoli, rampe e percorsi tattili.   L’attenzione ai disabili riguarda anche gli autobus turistici: tutti i mezzi delle linee 110 Open e Archeobus hanno i sistemi per le sedie a rotelle (pedana mobile e spazio attrezzato) e sui 110 Open funzionano anche i monitor che permettono la visione dal secondo piano scoperto.       Come per la metro, poi, l’intesa prevede l’annuncio vocale di fermata su tutti gli autobus, compresi i vecchi. La voce, oltre a specificare la fermata successiva, ripeterà il numero della linea e sulla porta anteriore dovrà sempre essere indicato il capolinea verso cui si sta viaggiando. Tutte le banchine e le fermate, nuove o esistenti, avranno percorsi tattili per raggiungere paline e punti di attesa. E le informazioni alla fermata (linee e tempi d’attesa) dovranno essere alla portata dei disabili come di ogni altro passeggero, “anche attraverso sistemi avanzati di comunicazione”.       Analogamente a quanto previsto per i convogli della metropolitana, anche quando si acquisteranno nuovi autobus e tram si dovrà privilegiare la facilità d’uso per i disabili. Requisiti previsti: numero adeguato di altoparlanti in vettura, adattamento automatico del volume dei messaggi vocali al rumore di fondo, accensione automatica del dispositivo vocale all’avvio del mezzo, pulsanti di prenotazione fermata e apertura porta facilmente identificabili al tatto, assenza di sporgenze a rischio – dentro le vetture – per l’incolumità di chi ha problemi di vista, display e scritte adeguate alla percezione degli ipovedenti – compreso il numero di linea sempre visibile sulla fiancata, accanto alla porta anteriore –       L’intesa tocca anche il tema dei semafori: rispetto pieno degli obblighi di legge che impongono, su tutti gli impianti vecchi e nuovi, gli avvisatori acustici e i segnali tattili per individuare il palo. Possibilità, per le associazioni, di segnalare al Campidoglio gli incroci preferenziali (e Roma Capitale dovrà approvare i relativi progetti “nei tempi tecnici strettamente necessari”). Impegno, per Roma Capitale, di mettere gradualmente a norma tutti i semafori e adeguare quelli che non garantiscono orientamento e sicurezza ai disabili.       Infine, la formazione per i dipendenti delle aziende del trasporto pubblico: i conducenti verranno sensibilizzati all’esigenza di favorire la salita dei passeggeri disabili (scegliendo il corretto punto d’arresto, anche se l’autobus è accodato ad altro mezzo) e saranno attuati piani di comunicazione sui temi della disabilità, rivolti a tutti gli operatori delle società di trasporto.   Se da una parte questi sono i propositi per il 2013, come sottolinea Roberta Sibaud, presidente dell’associazione Donne per la sicurezza e membro della Consulta Handicap del III municipio di Roma, a oggi risultano ancora sospesi i servizi per i disabili a causa della mancata pubblicazione del bando per rinnovare l'appalto, che è scaduto alla fine dell'anno. L’Atac, dunque, non ha ad oggi la gestione del servizio per i disabili:«In questo modo hanno lasciato 2.900 persone con disabilità sono rimaste a terra, bastava anticipare la pubblicazione del bando. Oltre a non avere noi il servizio utile per raggiungere il lavoro, gli istituti di fisioterapia, gli ospedali, resteranno senza lavoro un centinaio di autisti uomini e donne, che se ne staranno a casa sperando di essere poi assunti dalla nuova ditta vincitrice dell’appalto»

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