I progetti più interesanti di adaptive technology, in arrivo dagli Stati Uniti. App in grado di far "leggere" con l'udito un ipovedente, cani guida high tech, carrozzine "a portata di metropolitana” in grado di salire scale e gradini grazie all'auto-bilanciamento del Segway. Intuizioni per una maggiore autonomia dei disabili, e un Tpl alla portata di tutti
Automobili per ipovedenti, localizzatori GPS personali, sistemi di “tracciamento oculare” e applicazioni per smartphone in grado di ridare la vista, permettendo a invalidi temporanei o permanenti di leggere volantini e pannelli informativi. Il futuro non è poi così lontano e passa per gli Stati Uniti, il paese nel mondo dove si compiono gli studi più importanti nell’ambito della adaptive technology, e in generale nel settore delle nuove tecnologie per i disabili. Se nei prossimi anni si arriverà gradualmente a un Tpl alla portata di tutti, – come auspicato nelle prime uscite di #ugualmentemobili dagli addetti ai lavori – dove usufruire di treni, bus e mezzi di trasporto pubblico sarà facile anche per chi dovrebbe fare più fatica, tanto dipenderà anche dai progetti che si stanno sviluppando nelle università e nei centri di ricerca americani. Sistemi tecnologici pensati per i disabili, ma destinati a svilupparsi anche per i mercati di massa. Prodotti per i quali i diversamente abili iniziano a essere considerati trendsetter delle nuove tecnologie: ideali “early adopter” e sviluppatori dei prototipi subito prima della loro diffusione su larga scala. Tra i diversi progetti di adaptive technology destinati a cambiare il mondo, o quantomeno – nel medio-breve periodo – il quotidiano delle persone disabili, il più sorprendente è KNFB Reader, una app elaborata da uno dei più celebri esperti di intelligenza artificiale, Ray Kurzweil, da anni tra i nomi che contano della corazzata Google, grazie alla quale un non vedente può ascoltare direttamente dal proprio smartphone la rilettura audio di un testo stampato. E in questo modo – ad esempio – comprendere in autonomia il significato di tabelloni informativi, orari dei treni, ricevute cartacee e tutto quello che fino a pochi anni fa non si poteva neanche immaginare di poter “leggere”. Risultato di un lungo lavoro portato avanti insieme alla National Federation of the Blind, in realtà la app è solo l’ultima versione – riadattata per i nuovi smartphone – di un cammino di sviluppo lungo quasi 40 anni. In grado ad esempio di permettere l’interazione con i social network, KNFB Reader si basa sui nuovi sistemidi elaborazione delle immagini, e tra le tante cose – prima di leggere i materiali stampati ad alta voce – permette agli utenti di regolare o inclinare la fotocamera nel modo più corretto, o “visualizzare” i contenuti in Braille quasi istantaneamente. Altrettanto rivoluzionario della app per non vedenti, direttamente dagli Usa proviene anche Kapten PLUS Personal Navigation, piccolo localizzatore GPS – si legge sui siti specializzati – “progettato per essere utilizzato sulla persona”. Per una persona disabile viaggiare in autonomia può essere una sfida, sia che si tratti di una strada, sia che si tratti di marciapiedi. Kapten Plus, in tempo reale rispetto al movimento, può informare su direzione e posizione del tragitto, in modo che l’utente sappia gestire lo spostamento: è una sorta di cane guida hi-tech, e in versione “tascabile”. Più in generale, già da qualche tempo, il sistema DynaVox EyeMax dà invece agli individui che soffrano di paralisi cerebrale la possibilità di partecipare alla comunicazione parlata utilizzando solo i loro occhi. Utilizzando uno speciale software di tracciamento oculare, gli utenti possono interagire con una tastiera su schermo, permettendo loro di inserire frasi che vengono poi tradotte in testo parlato tramite text-to-speech. Oltre alla tastiera su schermo, il software di lingua InterACCt offre centinaia di frasi e parole predefiniti, che possono essere selezionate da liste o scelte attraverso immagini e scene, rendendo il dispositivo facilmente accessibile a bambini e disabili mentali non in grado di cogliere il linguaggio scritto. In quanto a mobilità, infine, dalla grande famiglia BMWi e dal genio di Dean Kamen (l’inventore del Segway), è nata già da qualche anno (ma è ancora in attesa di produzione) The iBot Stair-Climbing Wheelchair, una sorta di sedia a rotelle “a portata di metropolitana”, in grado di salire scale e gradini grazie alla stessa intuizione del Segway: “a self-balancing technology”. In via di sviluppo, invece, c’è un’automobile che può essere guidata da ciechi e ipovedenti. A rendere possibile il miracolo, sarebbe l’integrazione di software, sensori speciali e telecamere: un mix tecnologico in grado di osservare l'ambiente attorno al veicolo e fornire al conducente input sensoriali (come vibrazioni dei sedili, suoni e allarmi acustici) per indirizzare la propria guida. Matteo Macor – @matteomacor